Si sono divertiti a chiamarli in una miriade di modi diversi: costituzionalmente sterili, deboli e deviati, malati, esibizionisti, finocchi, invertiti, ricchioni, culattoni.
Mi scuserete se, per una volta, sorvolo su simili nefandezze, limitandomi a ripetere per l’ennesima volta il solito adagio: si tratta di titolari di diritti, che piaccia o no ai catechisti capillarmente sparpagliati in ogni angolo di questo paese.
Uno di quei diritti, quello di vedere riconosciuta legalmente l’unione con la persona che si ama, di qualunque sesso essa sia, viene sistematicamente negato con irriducibile impegno dai soliti farisei che gridano allo scandalo, stracciandosi le vesti e blaterando frasi sconnesse sulle radici cristiane dell’Europa, sul peccato, sui castighi divini.
La realtà, al di là di questi vaneggiamenti, è che le unioni civili possono essere registrate presso i Comuni di residenza delle persone: e che c’è chi aiuta quelle persone a farlo, specialmente nei casi (molti, per la verità) in cui i solerti funzionari della pubblica amministrazione si ostinano a fare orecchie da mercante.
Se volete saperne di più, fate un salto da queste parti.
Così, mentre i nostri amici vorrebbero che vi andaste a confessare, voi registratevi.
E lasciate che siano loro, a farsi un bell’esame di coscienza.

Distinzione luterana

December 13, 2007

Evidentemente, c’è chiesa e chiesa.

Cabaret (*)

July 12, 2007

Non prendertela se ti considerano mezzo scemo. Si vede che ti conoscono soltanto a metà. (Tiziano Sclavi)

Altro che dieta mediterranea e difesa dell’italianità: “Cus-cus” diverrà il piatto tipico di Stato. (Luca Volontè)

(*) Grazie a Leilani per la segnalazione.

Test clericale

June 13, 2007

Saresti in grado di diventare il presidente della CEI? Scoprilo subito con questo semplice test.

1. La masturbazione è:

a) un momento personale decisamente privato;
b) un sentimento nazionale fortemente radicato;
c) un comportamento sessuale gravemente disordinato;
d) un portento eccezionale se intensamente praticato.

2. Come si definisce uno che fa una battuta sul Papa?

a) cabarettista;
b) terrorista;
c) fantasista;
d) vittimista.

3. I rapporti omosessuali costituiscono forme di amore:

a) flebile e svogliato;
b) amabile e dorato;
c) friabile e salato;
d) debole e deviato.

4. I Pacs, o Di.Co., sono:

a) l’ellissi di zio;
b) la sintassi di Pio;
c) l’eclissi di Dio;
d) gli spassi di Rio.

5. La vita deve essere tutelata:

a) dal concepimento al tramonto naturale;
b) dal Parlamento al confronto generale;
c) dal turbamento al Salento Orientale;
d) dal testamento allo sconto promozionale.

6. Otto per…?

a) …otto dente per dente;
b) …otto sentantaquattro;
c) …mille alla Chiesa Cattolica;
d) …tutti, tutti per otto.

7. L’Europa è caratterizzata dalle sue:

a) pernici puttane;
b) varici proustiane;
c) vernici pacchiane;
d) radici cristiane.

8. Alcuni preti sono stati recentemente accusati di:

a) filatelia;
b) pedofilia;
c) emofilia;
d) endocrinologia.

Le risposte giuste sono qua sotto, capovolte come si conviene ad ogni test che si rispetti: ricorda che per considerarti all’altezza devi realizzare il 100% di risposte esatte; d’altra parte ci vuole la perfezione, per arginare la deriva relativista che ci travolge…

Ascolto differenziato

June 2, 2007

Dall’agenzia di notizie cattolica Zenit:

In un rapporto dal titolo “Relazione sull’Evoluzione della Famiglia in Europa 2007”, la Rete Europea dell’Istituto di Politica Familiare ha evidenziato come tra divorzi, aborti, calo delle nascite, invecchiamento e insufficienza di politiche di sostegno, la famiglia monogamica rischi di scomparire dal panorama continentale.
(…)
Nonostante la crescita della popolazione di 33,8 milioni di unità, i matrimoni sono in enorme calo. Nei 27 Paesi dell’Ue tra il 1980 e il 2005 il numero dei matrimoni è sceso del 22,3%.
(…)
Dal 1990 al 2005 si contano13.753.000 fallimenti matrimoniali, con il coinvolgimento di 21 milioni di figli. Il record dei divorzi in Germania (quasi 380.000), seguita da Gran Bretagna e Francia.
(…)
Cresce il numero dei figli che nascono fuori dal matrimonio: i dati parlano di uno su tre. La percentuale dei bambini nati da genitori non sposati varia da un 55% in Svezia al 45% in Francia e al 14,9% in Italia fino al 4,9% della Grecia.

Una sola domanda, se è lecito porla: ma non eravate proprio voi, nei giorni del Family Day, ad affermare che la politica ha il dovere di ascoltare le istanze della società civile?
Non è che adesso ci ripensate, eh?

Canone inverso

May 25, 2007

Dalla Repubblica.it di oggi:

Fra i “valori unificanti” sui quali c’è convergenza fra la presidenza della Conferenza episcopale italiana e il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oltre al “bene fondamentale della famiglia fondata sul matrimonio, secondo quanto stabilito dalla Costituzione”, c’è anche “il rispetto dei veri diritti individuali” che meritano una risposta, “e questo è un desiderio comune a tutti”. Queste le parole – nelle quali è possibile ravvisare un implicito riferimento alle coppie di fatto – pronunciate da monsignor Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nel corso della conferenza stampa conclusiva della 57esima Assemblea generale dei vescovi italiani. Per precisare, poi, che i veri diritti individuali derivano “da una concezione corretta della persona umana”.

A meno che la mia capacità di comprendere l’italiano sia andata definitivamente perduta, mi pare che le parole di Bagnasco suonino come una chiusura assoluta nei confronti delle unioni di fatto: il Presidente della CEI, infatti, afferma che i diritti individuali debbono essere tutelati solo se sono quelli “veri”, chiarendo subito dopo che debbono ritenersi tali (cioè “veri”) i soli diritti che derivano “da una concezione corretta della persona umana”; stante il fatto che, a quanto risulta, la Chiesa considera le unioni fuori dal matrimonio (in special modo quelle omosessuali) il frutto di una concezione non corretta della natura umana, ne consegue che i diritti ad esse relativi debbono essere considerati “non veri”, e dunque non meritevoli di alcuna tutela.
Se il ragionamento, come a me pare, non fa una grinza, qualcuno avrebbe la bontà spiegarmi per quale motivo la Repubblica abbia deciso di presentare l’articolo con questo titolo?

Bugie testamentarie

May 17, 2007

Una delle argomentazioni che vanno per la maggiore tra chi si oppone al disegno di legge sui Di.Co. consiste nel sostenere che essi sarebbero inutili, perché i diritti che conseguono al matrimonio possono ugualmente essere garantiti attraverso contratti di altro tipo.
L’affermazione, presa di per sé, è perfino suggestiva, se non fosse che a ben guardare essa si rivela palesemente infondata: il diritto successorio, tanto per fare un esempio, discrimina le coppie sposate rispetto a quelle non sposate, e crea una serie di disparità che non sono sanabili neanche andando da un notaio e facendo testamento.
La normativa sulle successioni, infatti, limita fortemente la possibilità del testatore di disporre liberamente del proprio patrimonio, individuando una serie di soggetti (i cosiddetti “legittimari”) ai quali una certa quota dell’eredità deve essere destinata per legge: nelle situazioni pratiche questo meccanismo produce alcune evidenti disparità di trattamento, alle quali, contrariamente a quanto vanno blaterando in molti, non è possibile porre riparo, se non attraverso un intervento legislativo specifico che modifichi le norme attualmente in vigore.
Mi scuserete, quindi, se torno a indossare i panni del commercialista per qualche riga e vi propongo tre esempi tecnici per chiarire la situazione: d’altra parte deve pur arrivare, il momento in cui le fandonie che ci raccontano vengono smascherate, o sbaglio?

ESEMPIO N. 1
Il Signor Mario è sposato con la Signora Luciana, con la quale ha messo al mondo un figlio. Il Codice Civile (art. 542) stabilisce che, alla morte del Signor Mario, al figlio dovrà essere riservato un terzo dell’eredità, mentre un ulteriore terzo spetta alla moglie; il Signor Mario, quindi, potrà disporre liberamente solo del terzo residuo.

Se il Signor Mario e la Signora Luciana hanno un figlio ma non sono sposati, le cose cambiano. L’art. 537 del Codice civile, infatti, stabilisce che in mancanza del coniuge al figlio dovrà essere riservata la metà del patrimonio ereditario, mentre l’altra metà rimarrà nella libera disponibilità del testatore.

Supponiamo, a questo punto, che il Signor Mario decida di lasciare al figlio un terzo del proprio patrimonio, e alla compagna i due terzi residui: qualora lui e la Signora Luciana siano sposati potrà farlo, disponendo in sede testamentaria del terzo residuo delle sue sostanze; in caso contrario dovrà accontentarsi di destinare alla compagna la metà dei suoi averi, poiché l’altra metà è per legge riservata al figlio.

ESEMPIO N. 2

Il Signor Mario è sposato con la Signora Luciana, con la quale ha messo al mondo due figli. In questo caso il Codice Civile (art. 542) stabilisce che ai figli dovrà essere riservata la metà del patrimonio ereditario, mentre un ulteriore quarto spetta alla moglie; il Signor Mario, pertanto, potrà disporre come meglio crede del residuo quarto.

Se il Signor Mario e la Signora Luciana, avendo due figli, non sono sposati, la faccenda è diversa: l’art. 537 del Codice Civile, infatti, stabilisce che in mancanza del coniuge ai figli dovranno essere riservati i due terzi dell’eredità, mentre il Signor Mario potrà disporre liberamente del terzo residuo.

Supponiamo ora che il Signor Mario desideri lasciare la metà del proprio patrimonio ai figli e l’altra metà alla compagna; egli potrà farlo, disponendo in sede testamentaria del quarto residuo delle sue sostanze, soltanto nel caso in cui quest’ultima sia sua moglie; in caso contrario, potrà destinarle soltanto un terzo delle sue sostanze, giacché i due terzi sono per legge riservati ai figli.

ESEMPIO N. 3

Il Signor Mario e la Signora Luciana sono sposati e non hanno figli: in tal caso il Codice Civile (art. 544) stabilisce che la metà del patrimonio ereditario dovrà essere riservato al coniuge, mentre un quarto dovrà essere riservato ai genitori del Signor Mario, il quale potrà liberamente disporre del residuo quarto.

Se al Signor Mario e alla Signora Luciana proviamo a sostituire il Signor Giorgio e il Signor Luca, ovviamente non sposati perché impossibilitati a farlo, la musica cambia. In tal caso vale quanto disposto dall’art. 538 del Codice Civile, a norma del quale, in assenza di coniuge e di figli, ai genitori del defunto dovrà essere riservato un terzo del patrimonio ereditario, mentre i residui due terzi resteranbno disponibili per diverse destinazioni testamentarie.

Supponiamo, a questo punto, che il Signor Mario desideri lasciare i tre quarti del suo patrimonio a sua moglie: egli potrà evidentemente farlo, disponendo in sede testamentaria del quarto disponibile dei suoi averi; il Signor Giorgio, invece, pur avendo la stessa intenzione, dovrà accontentarsi di lasciare al suo compagno solo due terzi del proprio patrimonio, poiché il terzo residuo è per legge riservato ai suoi genitori.

Dopo aver letto questi brevi esempi un fatto dovrebbe essere chiaro: l’affermazione secondo la quale la legge sui Di.Co. sarebbe inutile è completamente priva di fondamento: le persone che non intendono (o che non possono) accedere all’istituto del matrimonio sono effettivamente discriminate rispetto alle altre, e la legge attualmente in vigore non consente loro di disporre del proprio patrimonio in modo da rimediare a tale discriminazione.

Insomma, gente: la volete smettere o no, di raccontare bugie?

Corsi e ricorsi

May 16, 2007

L’han giurato, li ho visti in Pontida,
convenuti dal monte e dal piano.
L’han giurato e si strinser la mano
cittadini di venti città.

Da Repubblica:

Betori: «Aborto, eutanasia e coppie gay come le truppe di Federico il Barbarossa».

Da Wikipedia:

E proprio mentre, aggregatesi le truppe di rinforzo, Federico aveva appena ripreso la marcia verso sud, l’imperatore venne travolto a Legnano, il 29 maggio 1176, dall’esercito della Lega, incappando in una disastrosa sconfitta, per la quale massimi artefici furono, non a caso, i milanesi, che, suddivisi in due compagnie, quella del Carroccio e quella della Morte, impedirono che si convertisse in fuga precipitosa il primo ripiegamento cui la cavalleria tedesca aveva costretto parte dell’esercito lombardo, dopodiché spinsero quest’ultimo al decisivo contrassalto.

Dalla Stampa:

Calderoli: «W la famiglia abbasso i culattoni».

E’ proprio vero, la storia non fa che ripetersi…

Questa terra ch’ei calca insolente,
questa terra ei morda caduto;
a lei volga l’estremo saluto,
e sia il lagno dell’uomo che muor. (*)


(*) Giovanni Berchet, “Il giuramento di Pontida”.

Quarto tempo

May 16, 2007

Il Corriere di oggi ospita un istruttivo duetto tra due illustri esponenti della Margherita.
Inizia Enzo Carra, che riflette sul referendum per l’abogazione della Legge 40:

«Quella consultazione ha segnato uno spartiacque, e il Family Day non è stato che il secondo tempo dello stesso match».

Gli fa eco Luigi Bobba, che si occupa invece del disegno di legge sul testamento biologico:

«Mi auguro che si proceda con cautela e gradualità. Non vedo perché si dovrebbe correre… E vorrei si facesse un’attenta riflessione su quanto è accaduto a piazza San Giovanni, se non si vuole lasciare quella piazza alla destra».

La sequenza, mi pare, è tanto evidente quanto impressionante:

  • nel primo tempo ha avuto luogo la mortificazione della salute riproduttiva e l’affossamento della ricerca scientifica;

  • nel secondo tempo è andata in scena la discriminazione di migliaia di persone sulla base delle loro preferenze sessuali;

  • il terzo tempo, che a quanto pare è appena iniziato, prevede un imponente contrattacco sul fronte delle scelte di fine vita.

E’ impossibile non domandarsi quanto sia destinato a durare, questo film, e cosa ci si aspetta che accada nei tempi successivi: io sono disposto a scommettere che il quarto avrà come argomento l’abrogazione della legge sull’aborto.

Che dite, ne vogliamo parlare un attimo, prima che ci proibiscano di fare anche quello?

Invidia matrimoniale

May 13, 2007

Secondo il “popolo del Family Day” il disegno di legge sui Di.Co. metterebbe a rischio l’istituzione del matrimonio: quando sarà più facile sancire un’unione di fatto, dicono, nessuno si prenderà più la briga di andare in comune a sposarsi.
Mi scuso per la domanda irriverente, che tuttavia non posso proprio fare a meno di porre: il fatto stesso che i paladini della “famiglia naturale” nutrano un timore del genere non implica che siano loro per primi a ritenere Di.Co. e matrimonio perfettamente sostituibili, tanto che incoraggiare i primi equivarrebbe automaticamente a penalizzare il secondo? E se questo è vero, se cioè matrimonio e unione di fatto debbono essere considerati succedanei, ciò non mette in discussione la premessa essenziale dei manifestanti del Family Day, i quali sostengono di aver scelto il matrimonio non per convenienza, ma per convinzione?
Per farla breve: è proprio vero che ieri eravate in piazza per difendere il cosiddetto “bene comune”? Oppure, senza accorgevene, stavate gridando all’Italia intera che se la legge sui Di.Co. fosse entrata in vigore vent’anni fa ne avreste usufruito anche voi?
Non è legittimo, in altre parole, nutrire il sospetto che Piazza San Giovanni, ieri, fosse semplicemente piena di invidiosi?