Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita, su Zenit:

«La legge 194 fu varata sotto la pressione del terrorismo».

In sostanza, una cosa del tipo:

«Compagni, la contraddizione fondamentale è oggi quella che oppone la classe operaia e il movimento rivoluzionario al fascio delle forze oscure embrionali della controrivoluzione. Queste forze, sin dal momento del concepimento, tramano per realizzare una rottura istituzionale e cioè una riforma costituzionale prenatale di stampo neogollista. Compagni, entriamo in una fase nuova della guerra di classe, fase in cui il compito principale delle forze rivoluzionarie è quello di rompere l’accerchiamento delle lotte operaie estendendo la resistenza e l’iniziativa armata a coloro che, una volta venuti al mondo, diverranno gli uomini della controrivoluzione imperialista. La classe operaia conquisterà il potere solo con la lotta armata contro gli embrioni delle multinazionali! Contro il neogollismo fetale portare l’attacco al cuore dello stato!»

Debbo ammetterlo: si può dire tutto, del Movimento per la Vita, tranne che non stimoli la fantasia.

Non credo sia importante, giunti a questo punto, esprimere un giudizio qualità artistica della satira di Andrea Rivera: ognuno, com’è noto, ha la propria sensibilità (o quella che preferisce gli sia attribuita), e sarebbe perfino comprensibile (sia pure con grande difficoltà) l’eventualità che l’Osservatore Romano si fosse dichiarato irritato per il modo irriguardoso in cui talune considerazioni sono state espresse.
Sta di fatto che la vicenda, evidentemente, verte su un tema assai diverso, per la verità ben più importante: quello relativo alla supposta inammissibilità delle critiche rivolte alla Santa Sede.
Nel caso specifico, Rivera ha chiesto al Vaticano come sia possibile che a Welby siano stati negati i funerali religiosi, i quali invece sono stati accordati senza alcuna difficoltà a sanguinari dittatori della risma di Pinochet; trovo che la domanda, ancorché espressa attraverso il filtro della satira, contenga un dubbio decisamente serio e tutt’altro che trascurabile (peraltro condiviso da una buona parte della comunità dei credenti); dubbio che, per un motivo o per l’altro, i vertici vaticani si sono sempre rifiutati di fugare in modo chiaro.
L’impressione è che la Chiesa Cattolica abbia ormai fatto proprio, un metodo piuttosto singolare, consistente da un lato nel rivendicare un ruolo, e dall’altro nel volersi sottrarre agli oneri e alle responsabilità che quel ruolo comporta: è quanto accade da anni, ad esempio, nel campo dell’impresa e del commercio, cui gli enti ecclesiastici si dedicano con grande profusione di risorse, sottraendosi, tuttavia, agli obblighi (uno per tutti, quello di natura fiscale) che normalmente si ricollegano all’esercizio di quelle attività.
Ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni non è altro che l’applicazione dello stesso metodo al campo della politica: la Chiesa rivendica a gran voce il diritto di esprimere le proprie posizioni nella sfera pubblica, ma si ostina a non voler accettare le critiche che sono connaturate a quel ruolo, bollandole sistematicamente come aggressioni e rifiutandole, quindi, in quanto tali.

Il che conduce a un interrogativo ancora più angoscioso: siamo noi, ad essere dei terroristi, o sono loro ad essere dei dittatori?

Perifrasi clericali

April 24, 2007

Secondo Angelo Amato, Segretario della Congregazione per la dottrina della fede, l’aborto, l’eutanasia, la ricerca scientifica sugli embrioni e la pillola RU486 costituiscono espressioni di un terrorismo che «viene subdolamente propagandato dai mezzi di comunicazione, manipolando ad arte il linguaggio con espressioni che nascondono la tragica realtà dei fatti».

Amato, in buona sostanza, auspica che le cose vengano chiamate con il loro nome, per evitare che dei veri e propri atti criminali non vengano riconosciuti in quanto tali a causa delle infide circonlocuzioni utilizzate dai media per descriverli.

L’idea mi piace, e per dimostrare pubblicamente la mia adesione all’iniziativa chiarificatrice propongo di provvedere immediatamente alle seguenti sostituzioni:

  • “omofobia” al posto di “difesa della famiglia naturale”;

  • “maschilismo” al posto di “sacralizzazione del corpo femminile”;

  • “tortura” al posto di “tutela della vita fino al suo termine naturale”;

  • “genocidio”(*) al posto di “castità quale unico rimedio per sconfiggere l’AIDS”;

  • “sadomasochismo” al posto di “il cilicio è una pratica che appartiene alla cultura cristiana”.

Ha altre sostituzioni da suggerire, Arcivescovo?


(*) Originariamente il post recitava “omicidio”: l’ho corretto dopo la pertinente osservazione di Alessandro Gwis nei commenti.

Terrorismo e psichiatria

April 19, 2007

Dal video-testamento di Cho Seung Hui:

«Grazie a voi muoio come Gesù Cristo, per salvare le persone più deboli . Quando è arrivato il tempo di farlo, l’ho fatto. (…) Immaginate cosa prova chi si sente umiliato e messo su una croce? Le vostre Mercedes non erano abbastanza? I vostri gioielli non erano sufficienti? I vostri depositi bancari? La vostra vodka e il vostro cognac non bastavano? Non bastavano per riempire il vostro bisogno di edonismo? Avevate tutto».

Qualcuno mi spiegherebbe, se ne ha la voglia e il tempo, perché uno che ammazza decine di persone farneticando simili idiozie è un terrorista solo se è islamico?