Tre meno meno

October 6, 2008

Dal sito di Luca Volontè:

I metodi naturali sono molto più sicuri di ogni altro metodo chimico.
Gli ginecologi della Sigo ne sono ampiamente a conoscenza.

Ok, ragazzi, facciamo una cosa.
Per cominciare ci dividiamo in due squadre: una setaccia tutte le pubblicazioni scientifiche, per trovare un medico secondo il quale il metodo Ogino-Knauss sia più sicuro del preservativo; l’altra, invece, scartabella tutte le grammatiche italiane pubblicate nel dopoguerra, per cercare un caso in cui davanti alla parola “ginecologi” si possa usare l’articolo “gli”.
Dopodiché ci riuniamo, magari davanti a una birra, e leggiamo riga per riga la Costituzione.
Tanto per verificare se da qualche parte non dica che, dovendo leggere una stronzata, si abbia almeno il diritto che sia scritta in italiano.

(Stron)zate

July 2, 2008


A quanto mi risulta, per fare il giochino della parola tra parentesi che, premessa a quella che segue e letta in combinazione con essa, restituisce un significato diverso all’insieme, occorre che la parola dopo la parentesi abbia un vago senso compiuto anche presa in sé e per sé.
Tanto per fare un esempio, potrei decidere di titolare un post “(IN)DECOROSE AFFERMAZIONI” per commentare un articolo nel quale si condanna il Gay Pride adducendo motivi di decoro; oppure potrei immaginare un titolo del tipo “(RO)MANO MORTA“, qualora decida di esporre la foto di Prodi sorpreso a toccare il culo alla Carfagna; o infine potrei scegliere di commentare con un bel “(PER)DUCA D’AOSTA” la decisione del mio amico Senatore Radicale del PD di tenere un comizio sull’omonimo ponte di fronte allo Stadio Olimpico.
Per motivi di tempo, ovviamente, ho scelto i primi tre esempi stupidi che mi sono venuti in mente: lavorando un po’ di fantasia, però, da questo stratagemma linguistico è possibile ottenere risultati davvero divertenti, specie per quanto riguarda la comunicazione su internet, che per sua natura deve essere veloce e sintetica.
Ciò premesso, qualcuno avrebbe la bontà di spiegarmi che cazzo significa la parola “logismo“?
Gliene sarei davvero grato.

Long, long, long

April 23, 2008

Fatemi capire: il tizio che ha scritto il titolo ha seri problemi con l’italiano, oppure la professoressa partecipava alla gara?

2 meno meno

March 17, 2008

Dal sito di Luca Volontè:

Si è già avuto modo di riflettere sulla questione antidemocratica del voto “inutile”, presupposto al di là della volontà di chiunque lo affermi, della inutilità del voto [la questione del voto inutile è il presupposto dell’inutilità del voto? iniziamo bene…]. Ora [virgola] nella campagna elettorale emerge una sottile e ambiguità affermazione [ambiguità o affermazione? oppure un’affermazione ambigua? o un’ambiguità affermata? mah…] , [niente virgola, qua, ma punto e virgola: respira, no?] se voti il partito di Tizio o di Caio rischi di non far vincere Sempronio o Ottavio [cos’è, un indovinello?]. La vicenda trae origine dal presupposto che ci siano voti buoni e cattivi, ma allo steso tempo [cos’è il tempo steso? una teoria come quella dello spazio-tempo curvo?] ne è una evoluzione meschina. La democrazia è tale perché mette, come una livella, sullo stesso piano Tronchetti Provera e il capopiazzale dell’Agip di Lainate, [punto e virgola, qua: non senti che c’è bisogno di prendere fiato?] per entrambi il voto è l’espressione utile della propria volontà e della propria libera scelta. Non solo, [e insisti: togli ‘sta virgola e metti due punti] nell’agone pubblico si propongono progetti diversi, a volte opposti per la soluzione dei problemi del Paese. Idee di chi sia l’uomo e la persona [l’uomo e la persona sono due, plurale: non “chi sia” ma “chi siano”], di cosa e come valorizzare la famiglia [esplicitando: di cosa valorizzare la famiglia; e che significa?] fondata o meno sul matrimonio, se riconoscere il valore della società o invece se la politica di partito sia fonte della felicità [la frase non ha senso: hai scritto così perché società e felicità fanno rima?]. Vero è che in alcuni casi e talune affermazioni di diversi leader [in alcuni casi e talune affermazioni? che volevi dire?], fanno vanto [saresti così gentile da chiarire chi sia il soggetto della frase?] di sentirsi “anarchici” o “mediatori” sui valori non negoziabili [che guazzabuglio, ‘sta frase! chi è che si vanta? le affermazioni? i casi? i leader? i valori non negoziabili? mah…]; altri [ma altri rispetto a chi?] sugli stessi principi fondano la propria identità, altri ancora ancorano l’idea di persona e famiglia alla ideologia marxista [altri ancora vanno in giro in bici, ma che c’entra?]. Perciò vale la pena, ancora una volta, rammentare un bel passo di Giovanni Paolo II nel suo “Memoria ed identità”, sullo “scopo del potere, cioè il bene comune” [virgola] che trova il suo presupposto indispensabile nel rispetto delle norme etiche fondamentali. O [virgola! ma che è, una sindrome dei deputati?] come diceva Aristotele, “sarà frutto delle virtù civiche se un dato sistema non si corromperà” [mica ho capito, che c’entra questa frase con la precedente] . Detto questo [ma detto cosa, che non si è capito niente?], rimane aperta una questione di lana caprina che pare venga diffusa a piene mani [la lana caprina diffusa a piene mani? siamo sull’onirico spinto, eh?] a beneficio di due, [ecco, questa non ci andava, di virgola] delle quattro formazioni più accreditate, [qua ci vanno due punti, non la virgola] appunto se voti Tizio rischi di far perdere Sempronio [e insisti?]. Il buon senso di chiunque arriva a comprendere che se Sempronio avesse avuto l’interesse a vincere, avrebbe potuto allearsi con Tizio ma se ciò non è avvenuto, non si può pretendere che, uguali alla linea di partenza, i soggetti politici concorrenti e avversari tra loro, non conducano sino in fondo e al meglio la “gara” elettorale [frase da leggere tutto d’un fiato: in confronto a quest’uomo, gente, James Joyce non era un cazzo di nessuno]. Sarebbe come accusare della sconfitta della Mclaren nel Gran Premio di Melburne, la Ferrari che avrebbe vinto [altro sublime nonsense: ma c’è, in tutto l’articolo, una sola frase di senso compiuto?]. Nella competizione elettorale, quelle [quelle quali?] persone [virgola, cazzo] associate allo scopo di perseguire il bene comune a partire da ideali condivisi, propongono i loro stessi principi, le soluzioni che ne scaturiscono, l’orizzonte di responsabilità e serietà di cui sono portatori ai concittadini. Gli elettori, col libero voto, dimostreranno quale idea di persona, famiglia, società e futuro del paese scelgono di condividere [tre righe di seguito sono inspiegabilmente comprensibili: devo preoccuparmi?]. Chiedere, propagandare [chiedere o propagandare?] che non solo il voto possa essere inutile ma pure dannoso per la stabilità del governo [la frase è contorta; io proverei così: “propagandare l’idea che il voto non solo possa essere inutile, ma perfino dannoso per la stabilità del governo…”] , [questa virgola è di troppo] è francamente fuori da ogni consapevolezza di cosa sia il confronto elettorale e democratico. Pensate di essere un tale [ci siamo! una delle sue celeberrime parabole! vediamo un po’…] colpito da un passante da un calcione [da un passante “con” un calcione, non “da” un calcione] alla gamba e poi finire denunciati per aver le ossa dure [che immagine di rara efficacia!]; immaginate [ancora! un’altra parabola! grande!] di correre una gara podistica [virgola] e una volta vinta la gara, [ecco, qua la virgola non andava] essere radiati dalla competizione per aver battuto l’avversario e così potremo continuare all’infinito [sarebbe una meraviglia!]. Il postulato, teorico e pratico [un postulato teorico e pratico? interessante…], della democrazia è semplicemente quello di formare un società [“un” società? ma come, proprio tu, così attento alle differenze di genere…] di uomini liberi che insieme perseguono il bene comune. Evitare, irridere, stravolgere e condizionare il voto del libero cittadino con polemiche ridicole e confuse [senti chi parla di confusione…] non depone a favore di una chiara consapevolezza di cosa sia una competizione elettorale [potevi dirlo in modo più snello, eh?]. La Mclaren o la Ferrari, Rossi o Stoner mai si sognerebbero di accusare l’avversario, che abbia rispettato le regole della competizione, di avergli impedito [La McLaren, la Ferrari, Rossi e Stoner sono più di uno: “di aver loro impedito”, o no?] di aver vinto, solo perché voleva egli stesso [ma egli stesso chi? non s’è appena detto che i soggetti della frase sono quattro?] la corona d’alloro. Sarebbe folle il solo pensarlo, come se [ancora! un altro paragone! non vedevo l’ora…] i tifosi dell’Inter se la prendessero con gli inglesi che hanno vinto meritatamente [il concetto s’è capito, ora basta: a che pro fare cento volte lo stesso esempio?]. Immaginate cosa accadrebbe se il nostro comportamento quotidiano partisse dalle considerazioni [perché al plurale? la considerazione è una, o no?] dell’inutilità di chi non è d’accordo con noi o dalla insinuante idea che i nostri leali competitori non dovessero [debbano: con i tempi andiamo malino, eh?] partecipare ai confronti? Certo, si ridurrebbe la scelta dei cittadini, sino a lasciare [non “lasciare”, ma “lasciarne”] una sola. Ma come i cosiddetti lib-lab, dall’anarchia confusa [“anarchia confusa” è sublime] sui valori, pretendono il duopolio elettorale e accusano gli altri concorrenti di partecipare al confronto? [non credo che la frase sia comprensibile, neanche previa accuratissima decodifica] Idea troppo originale [per essere originale è originale: si tratta di stabilire se sia un’idea, ma insomma…] anche per la più sfegatata tifoseria, ma i cittadini italiani ragiona [casomai “ragionano”] molto più di quanto pensino taluni politici.

Sull’esattezza dell’ultima frase, Onorevole, non c’è alcun dubbio.

Dire, fare, baciare

March 12, 2008

Dal blog di Gabriella Carlucci:

Ricordiamo [o metti questa virgola, oppure togli quella dopo Socrate] con Socrate, che mai la maggioranza decide ciò che è giusto [virgola, e siamo già a due] ma solo ciò che le conviene [due punti] per questo accettiamo la democrazia [cioè, la accettiamo perché non decide mai ciò che è giusto? mah…].
Ma se la maggioranza non può provare quel che dice perché non è giusto [concetto oscuro: ti suggerirei volentieri un’alternativa, ma proprio non ho capito cosa intendi], chi ha le prove deve dirlo a voce alta e proclamare ciò che è giusto anche se è solo [“anche se è solo” si riferisce a “chi ha le prove”, immagino: perché non spostarlo più vicino al soggetto, in modo che il concetto sia più chiaro?].
Questo per rispetto alla propria intelligenza [virgola, e fanno tre] poichè nessuno ha il brevetto del cervello [qualcuno, però, ce l’ha un po’ meno degli altri…], specie quando insulta come voi.
Maiani nel 1969 fece una teoria [“fece una teoria”? magari “elaborò” sarebbe meglio, no?] che prevedeva l’esistenza di una particella di materia senza carica elettrica, che poi fu scoperta nel 1974 a qual punto pubblico con Parisi [“a qual punto pubblico”? mai sentito nulla di simile! che significherebbe?], (Presidente del comitato del ministro Mussi per selezionare il Presidente del CNR [concetto assai oscuro: Parisi era il presidente del comitato istituito dal Ministro Mussi per scegliere il Presidente del CNR? e allora perché non scriverlo così?]) in cui [“in cui” dove? mah] negava totalmente l’evidenza sperimentale che avrebbe confermato [ahi ahi ahi! facciamo confusione tra congiuntivo e condizionale? magari volevi dire “confermasse”, vero?] la sua previsione teorica. Dei casi 2 [che vuol dire “dei casi 2”? forse volevi dire “delle due l’una”?] : o non ha capito la sua scoperta [ma chi è il soggetto della frase?], o non ha capito la verifica della sua scoperta [?]. In entrambi i casi è stato un pessimo scienziato. Ecco il testo dell’articolo [virgola, e fanno quattro] pubblicato nel 1974 e poi scomparso in [moto da luogo, non “in” ma “da”] tutti i database, ma conservato presso l’archivio della società italiana di fisica e presso tutte le grandi biblioteche dei laboratori e delle università del mondo, dalla Sapienza di Roma fino al CERN di Ginevra [insomma, ‘sto documento è scomparso, oppure è praticamente dappertutto? mah…] . Pagine tratte dalla rivista “Nuovo cimento” in cui si evince l’errore di Maiani.
SEGUE LINK
Peccato che quest’errore tarpò [qua ci andrebbe un congiuntivo: “abbia tarpato”] le ali a Zichichi, che non ricevette finanziamenti per il suo esperimento: storia successiva [l’articolo determinativo “la”, in questo caso, sarebbe indispensabile] ha dimostrato avrebbe avuto ragione [“ha dimostrato avrebbe avuto”? e che diamine di tempo è?] . Questo è stato solo parzialmente spiegato dal Prof. Enzo Boschi [virgola, siamo a cinque] presidente dell’INGV ma allievo di Zichichi, che visse questa triste vicenda del suo maestro, il quale [“il quale” chi? l’allievo o il maestro? non è mica chiaro, sai?] non ha mai avuto occasione di poter raccontare la sua versione dei fatti ne [l’accento? l’hai dimenticato?] di esprimere il suo libero ( da ricatti accademici) parere scientifico su l’errore [“su l’errore” non è propriamente corretto: “sull’errore” andrebbe già meglio] di Maiani. Come se non bastasse il Prof. Parisi [virgola, e fanno sei] in una lettera privata per e-mail [virgola, e sette! e poi, che significa “una lettera privata per e-mail”? non avresti fatto prima a scrivere “una mail privata”?] ha affermato che nella Commissione da lui presieduta non hanno tenuto verbali per paura di ricorsi al Tar (sic!), ma si è vantato del fatto che hanno [non “hanno” ma “abbiano”: coi congiuntivi andiamo maluccio, eh?] preso in considerazione [virgola, cazzo, così fanno otto] oltre i [oltre “ai” curricula! le preposizioni, caspiterina!] curricula [virgola, e nove] anche le capacità di amministratore del candidato Maiani. Peccato che quando era [chi? Maiani o Parisi? mah…] direttore generale del CERN, [ecco, quando non ci va metti la virgola!] ha [congiuntivo, perdindirindina! “abbia”, non “ha”!] provocato un buco di bilancio di 470+ 380= 850 milioni di franchi svizzeri (non di farfalle) [virgola, sto perdendo il conto: siamo a dieci, o sbaglio?] ovvero 510 milioni di Euro, ossia oltre mille miliardi di lire. A questo punto la feroce e famosa rivista inglese Nature [virgola, e con questa fanno undici] in tre articoli di fuoco, chiese una commissione [magari non chiesa “una commissione”, ma “l’istituzione di una commissione”, no?] internazionale di inchiesta su Maiani. Articoli di Nature:
SEGUONO TRE LINK
La giustificazione di Maiani è stata: “ mi sono distratto…” [ci vogliamo mettere un punto, qua?] poverino [virgola, e dodici! è incredibile!] andava acchiappando farfalle e ha perso franchi (svizzeri), ed ha imparato la dura lezione che “doveva stare ad occhi aperti” [non ho memoria di una frase più brutta di questa da anni: non saprei dove mettere le mani per correggerla] , [ecco, qua metti la virgola, ma ci andrebbero, ad esempio, due punti] questo è quanto dichiarato pubblicamente sulla rivista Nature di cui allego l’articolo.
Se questo è un buon amministratore ditemelo voi, gli affideresti l’amministrazione del tuo giornale? [a parte il fatto che o scrivi “dimmelo tu”, oppure “del vostro giornale”, ma poi di che giornale parli?]
E allora, perché il governo gli vuole affidare l’amministrazione della massima istituzione scientifica d’Italia [virgola! virgola! virgola! siamo a tredici!] il CNR?
Ecco l’articolo di Nature della giustificazione:
SEGUE LINK
Il risultato fu una commissione d’inchiesta internazionale, la commissione Aymar dal nome del suo Presidente [mettere l’inciso tra parentesi sarebbe troppo, non è vero?] , la quale concluse con un sostanziale giudizio di commissariamento del CERN.
Ma essendo il CERN un ente internazionale, non vi è un’autorità sopranazionale che lo possa commissariare, quindi la commissione raccomandò l’autocommissariamento attraverso il Consiglio dei Laboratori [virgola! sono stremato! siamo a quattordici] costituito dai rappresentanti degli stati membri.
Questo è quanto si legge nelle conclusione [virgola! guarda che sono gratis, le virgole, eh? non è che si debba pagare ogni volta che le si mette! ti rendi conto che abbiamo raggiunto quota quindici?] ed in particolare a pag. 7-60 –62-63.
Per amor di patria l’allora Min. Moratti si oppose fortemente al commissariamento.
Adesso il provvedimento di nomina di Maiani è in corso di registrazione presso la Corte dei Conti, dove è pendente un esposto di un altro candidato [due articoli indeterminativi di fila fanno ribrezzo: “l’esposto di un altro candidato” sarebbe molto meglio], il Prof.Enzo Boschi. Contemporaneamente un altro candidato [virgola, e fanno sedici] il Prof. Angelo Guarino [virgola! questo è un uno-due micidiale! siamo a diciassette] ha inoltrato il 14 febbraio 2008 un ricorso al Tar [virgola! diciotto! è quasi un record!] e la prossima udienza sarà il 19 marzo.
Tutti mi hanno svergognato tranne il quotidiano Libero dicendo [punto primo, la frase è costruita malissimo: “Tutti, tranne il quotidiano Libero, mi hanno svergognata dicendo…”; punto secondo: mancano tre virgole tutte in un colpo, il che porta il totale a ventuno] che sono una ballerina che sparla di scienza. Ma ho detto il vero.
Di fronte abbiamo Maiani, un gran figlio di una ballerina [e meno male che erano gli altri, ad insultare] che fa la scienza [capisco che da queste parti la regola è direfarebaciare, ma la scienza non si “fa”: si “fa” lo scienziato, oppure “ci si occupa di” scienza].
Ma dice il falso.
I nostri soldi della scienza sono pochi [di chi sono, ‘sti soldi? nostri o della scienza?], che almeno vengono [“vengano”, non “vengono”! il congiuntivo, questo sconosciuto…] spesi bene [virgola, e fanno ventidue. meno male che l’articolo è finito] da persone perbene.

Orbene, il mio amico Giuseppe sostiene che in realtà questo articolo non sia stato scritto da Gabriella Carlucci in persona, e a sostegno della sua tesi adduce una serie di stringenti argomentazioni: mentre vi invito a leggervele (il post è davvero interessante), vi lascio con una domanda: vi metterebbe più in imbarazzo aver scritto una cosa del genere, o aver pagato qualcun altro per farlo?
Saluti.

4+ .

March 3, 2008

Dal blog di Gabriella Carlucci:

Egregio Direttore, avrei fatto volentieri a meno di scrivere, ma, dirigendo lei un organo di stampa comunista [così è bruttino: sarebbe stato meglio dire “poiché Ella dirige un organo di stampa comunista”], è [sarebbe stato più appropriato, al posto di “è”, utilizzare “ritengo”, tanto per accordarlo con il soggetto della principale] doveroso ristabilire da subito alcune verità (materia che, insieme alla libertà, storicamente masticate poco [“materia” è singolare, mentre il “verità” che precede è plurale; forse sarebbe stato più opportuno esplicitare il passaggio con una frase del tipo “la verità, così come la libertà, è un concetto che storicamente masticate poco”], o meglio lo fate come vi pare [anche questo passaggio è bruttarello: che ne diresti di chiudere sinteticamente limitandoti ad un semplice “poco e male”?]).
Dunque [ohibò! Non si inizia una frase con “dunque”! Errore rosso vermiglio!]: di Sanremo ne ho condotti due (1988 e 1990) [la frase è un tantino involuta: che ne diresti di “Ho condotto Sanremo nel 1988 e nel 1990”?]; non sono una soubrette [virgola!] ma una conduttrice televisiva; quando pargheggio [quando pargheggi cosa? La magghina?] in divieto di sosta pago le multe [spero che intendessi “la multa”, singolare, a meno che dalle tue parti non lascino due o tre multe per la stessa infrazione]; non ho mai, ripeto mai, in vita mia [sarebbe stato meglio piazzarlo all’inizio della frase, questo “in vita mia”: qua dà fastidio e rende il periodo pesantuccio] provocato incidenti transitando su corsie preferenziali e tantomeno parlando al telefono[volevi dire “né”, vero?] , [qua avrei messo un punto e virgola: ogni tanto si deve pure prendere fiato, no?] figurarsi, poi, fuggire; infine [virgola, perbacco, virgola!] non presiedo nessuna [“non presiedo nessuna” è una doppia negazione: volevi dire “alcuna”, giusto?] Commissione alla Camera dei Deputati. Insomma [virgola, cazzarola!] non ne avete azzecata una: complimenti. Ma, [ecco, lo vedi? Qua la virgola non c’entra, e tu ce la metti. Lo fai apposta? Di’ la verità!] i complimenti più sinceri li meritate quando voi [perché ripetere il soggetto? Si capiva che parlavi di loro, non trovi?], orgogliosi eredi degli oppressori di mezza Europa, insinuate che io possa essere una talpa eterodiretta. Ma di che parlate! [Punto interrogativo: è una domanda, o sbaglio?] In ogni caso [virgola! Eccheccazzo, virgola!] siccome non è questo il problema [a dire il vero non è che si sia capito bene quale sia, ‘sto problema: cerca di essere più chiara], vi confermo quello che ho gia [e l’accento sulla “a”? L’ha mangiato il gatto?] ripetutamente detto e scritto: uno che impedisce ad un altro di parlare è un fascista (anche se in Cambogia, Cuba, Cecoslovacchia e dintorni, erano [chi “erano”? qual è il soggetto?] all’ombra della falce e martello), e in una Repubblica Democratica è pienamente legittimato [chi è che è legittimato? Quello che impedisce, cioè il fascista? Non credo; casomai, quello che vuole parlare; però, in tal caso, occorre esplicitarlo, altrimenti non si capisce] a dire e fare, quanto al rappresentare … [be’? Quanto al reppresentare, cosa?]
Questo è un linguaggio che capite? [Direi di no. Io, per conto mio, non ho capito una parola]
Bene, perchè il problema è tutto lì. [Ecco: già capire dov’è sarebbe qualcosina]
Grazie per l’attenzione. [Altro che attenzione. Una fatica improba, direi]

Quasi quasi tolgo anche il + del titolo…

Imperfetto giovanilista

January 28, 2008

È in giorni così che penso che era meglio che eleggevano me, al posto del Consigliato da Giuliano Ferrara. (Mario Adinolfi)

“È in giorni così che penso che era meglio che usavo il congiuntivo e il condizionale, al posto dell’imperfetto”, avrei detto io.
Ops, scusate: dicevo io.

Anonimi che non demordono

January 24, 2008

Preziosi (e anonimi) suggerimenti per lo scrivente, qua.

LO VEDI SEI PROPIO UN FROCIO DI MERDA…CHE NON TIENI UNA MINCHIA DA FARE ALLE TRE LA NOTTE INVECE DA SCRIVERE MINCHIATE POTESTI SCOPARE O FARTI FOTERE.

Tre meno meno

September 25, 2007

Riporto qui di seguito l’ultimo editoriale di Luca Volontè, con le correzioni che sarebbero strettamente necessarie a renderlo vagamente intellegibile:

C’è una grossa novità. Cosa avevamo detto nelle ultime settimane? Il Papa nel cuore dell’Europa, Bagnasco nel cuore dell’Italia. L’uno (virgola) che non abìvrebbe (abìvrebbe?) dovuto trovare pubblico di fedeli né a Loreto, (togli ‘sta virgola) né a Vienna (invece qua metticela) ha trovato il pienone. L’altro (virgola) per le parole d’amore che ha rivolto all’Italia, ha trovato l’ascolto del popolo ma l’avversione ‘scandalistica’ dei pochi noti. Chissà, non vorrei che l’appello al neorisorgimento anticattolico del pacato Margotta Broglio abbia colto nel segno, preti lesbiche (preti lesbiche?) e sacrestani gay impazzano nello sfacelo del mondo anglicano (ci risiamo: virgola!) e forse si vorrebbe replicare nella Cattolica la stessa sit-com (nella Cattolica intesa come Università? O come località vicino a Rimini? Mah). Tant’è (che ne diresti di un punto e virgola, o al limite due punti?) la potremmo chiamare la rivolta dei comici ricchi, dalla Dandini a Grillo, da Dario Fo a Crozza c’è una gare (gara!) a chi più la spara (ecco, quel “più” al tuo posto l’avrei piazzato qua) grossa, prescindendo dalle assurdità personali, a partire invece dal cachet (soldi) per cui (non si paga uno “per” i soldi, ma “con” i soldi, occhio alle preposizioni!) è pagato. Così (virgola!) dal Papa a Bagnasco, i cattolici con la tonaca son tutti gay, avari, golosi, lussuriosi etc. (e insisti! Virgola!) e quindi bene farebbe Grillini ha dire (ha dire? Ha dire? Questo è un errore che non si fa neanche in prima elementare!), come ha fatto, che il celibato deve essere abolito nella Chiesa Cattolica. D’altronde alla mia Chiesa, alla parte di me più importante di me (la parte di te più importante di te? Cos’è, una figura retorica?) e che mo costituisce (Mo? Nel senso di adesso?), capita di avere (dei) successori (virgola, cazzo!) dei discepoli e degli apostoli che non solo hanno dimenticato, abbandonato, irriso l’onore dei fondatori e martiri della diocesi di cui hanno possesso, (insomma, ‘sta virgola la metti solo quando non ci va? E toglila, no?) temporaneamente (virgola, porca puttana!) e invece ( a”non solo” deve seguire “ma addirittura”, non “e invece”!) ne pretendono la proprietà assoluta. Aria grama, dentro e fuori della (“dalla”, non “della”!) Chiesa, rivoli d’aria malata e pesante (virgola! Guarda che sei esasperante, eh?) se è vero (virgola, cazzo di Buddha, virgola!) come pare da alcuni racconti (virgola! Eccheccazzo!) che al Consiglio Permanente si sia palesata l’orgoglio (orgoglio è maschile, sbagli proprio te che rompi il cazzo tutto il giorno col diritto naturale?) della disobbedienza al Papa. Un neo gallicanesimo, favorito da nomine imbarazzanti, prese (le nomine non si prendono: casomai si adottano, si decidono, si concordano) solo in funzione di maggioranze cencelliane, ben distanti dallo sguardo, dall’intesa tra Gesù e Matteo, l’uomo tutto intento a contare i soldi che smette tutto e segue (il concetto è espresso davvero a cazzo di cane, sai?). Lontani anni luce dalla (un apostrofo no, eh?) incredibile fede, così dice Gesù, del soldato romano che chiede un miracolo per il suo servo e ha l’ardire di affermare ciò che nemmeno Marta e Maria diranno: “se Tu ordini…” (Siamo sul criptico, eh?). Non volgiono (vogliono! Stai attento almeno all’ordine delle lettere, cazzo!) il latino, non per la lingua, quanto (o togli il “quanto” e lo sostituisci con “ma”, oppure inserisci un “tanto” nella frase precedente, tra “non” e “per”) per aver loro stessi dimenticato l’umilità dinnanzi al mistero, altro che panzanate varie sul Concilio Vaticano II, sul marinismo o dossettismo cattolici. Nel mio pellegrinaggio sulle orme di Sigerico, accompagnato con gli (“dagli”, sulle preposizioni siamo proprio indietro eh?) amici di sempre, ho incrociato tombe e urne sacre di martiri in molte Chiese, Duomi e Cattedrali. Santi martiri che urlano la loro fede ancora oggi e invece non vengono nemmeno ricordati dai sacerdoti che celebrano Messa, (togli quella virgola e metti un punto e virgola, non senti che c’è una pausa?) vedrete che tra non molto usciranno da sotto gli altari (che ne diresti di metterci una cazzo di congiunzione?) ci penseranno loro a testimoniare per l’ennesima volta la straordinaria e ordinaria normalità: la Chiesa è la compagnia di Cristo, non la cordata di Tizio e Cazio (Cazio? E perché non Sempronzio?). Comunque (virgola, perdio, virgola!) se anche Matteo è stato chiamato… (be’? Se anche Matteo è stato chiamato? Mah) Bisognerebbe lasciar meno sole le reliquie delle ‘sette chiese’, fermarsi dinnanzi alla Santa Croce per esempio, (qua ci vanno due punti!) è (usa il condizionale, se hai iniziato col condizionale: “sarebbe”, non “è”!) il culmine della ragione (virgola! E’ uno stillicidio!) oltre alla scoperta di un mare di sentimenti… C’è sempre speranza!
A Forlì il sindaco ha affidato un bambino solo a un noto e pluricondannato pedofilo, (due punti: hai una capacità di mettere le virgole dove non servono che ha del sovrumano!) risultato? Il pedofilo ha violentato l’infante (punto e virgola!) e il Sindaco? Nemmeno a dispiacersi (nemmeno a dispiacersi? E che vorrebbe, dire, di grazia?), (e fermati, no? Non senti che sei in apnea? Mettici due punti, invece della virgola!) figuriamoci poi se l’Amato Giuliano ‘dei mussulmani’, (che cazzo c’entra questa virgola? Dimmelo tu, che cazzo c’entra!) ha provveduto a commissariale (erre, non elle! Che fatica, però…) quel comune. Alla fine ci stupiamo e scandalizziamo per gli insegnati (manca una enne! Ma quanto sei distratto?), per ora innocenti (allora, o metti quella cazzo di virgola anche qua, o sposti tutto l’inciso tra parentesi) di Rignano, ma per un Sindaco Comunista che fa violentare un bambino da un noto pedofilo, (altra virgola inutile: sto perdendo le forze, sai?) niente. Però, se c’è da accendere le luci della mole Antonelliana per l’ambiente o del Colosseo per Hanefy (virgola! Adesso vieni alla lavagna e fai mille virgole, così impari!) allora trovi la coda di sindaci e Prodi ministri. Basta, (hai presente il punto esclamativo? Se c’è, perché non usarlo?) io (virgola) come molti di voi (virgola! Virgola! Virgola!) non ho ‘grilli per la testa’, (qua non serve, e tu che fai? Ce la metti, ovviamente…) e nemmeno li voglio. Sono cristiano, pigro, peccatore a cui piace a volte la compagni di beoni e bontemponi, come a volte il silenzio, la realtà sempre (qua ti sei capito solo te, eh?). Grilli no please (vuoi fare il fico e usare l’inglese? D’accordo, fallo, ma allora scrivi le parole nell’ordine giusto: “No Grilli, please”), abbiamo troppo da fare nei prossimi anni, troppe cavolate da cancellare, troppi ‘totem’ dementi del ’68 da abolire, troppe emergenze vere da affrontare. Senza ideologia? Sì (virgola! Mi farai venire la gastrite, tu!) ok, ma con gli ideali. Chi si bea di aver perso pure quelli, i rutelliani di oggi alla Veltroni, avendo rinunciato alle loro radici sono finiti (allora, ti spiego una cosa: il soggetto della frase è “chi”, ed è singolare. Chi si bea “è finito”, non “sono finiti”) con i soli grilli in testa e quando fischiano fanno pure male (chi è il soggetto della principale? I Grilli? No, vero? E allora vogliamo attaccarli con una relativa, ‘sti grilli, o li lasciamo appesi alla congiunzione, così non si capisce più un cazzo?)! Che ci trovano i ricchi giullari di oggi a (si trova “da” ridere, non “a” ridere!) ridere sullo sfacelo italiano, (Hai presente il punto interrogativo? Che ne dici di usarlo, di quando in quando?) certo le loro decine e centinaia di migliaia di euro, (punto. E mettici un punto, cazzo…) ma non riesco proprio a capirla (virgola. E meno male che è l’ultima che hai saltato) la felicità dinnazi al paese ‘spaesato’.

Ecco fatto.
Il bello è che, una volta apportate le correzioni, il testo continua a non avere alcun senso.
Il brutto è che la matita rossa di un blogger qualsiasi può essere utile per la sintassi, la grammatica e l’ortografia: per i contenuti, invece, bisognerebbe rivolgersi a uno specialista.
Nel caso di specie, a uno bravo.

Articoli senza articoli

June 28, 2007

Da Wikipedia:

L’articolo è, nella grammatica, una delle parti variabili del discorso. Precede un nome o un sintagma nominale, di cui determina genere e numero, limitando e specificando il concetto a cui il nome si riferisce. Si distinguono generalmente: articoli determinativi, articoli indeterminativi e articoli partitivi.

Alla redazione del Corriere: avete capito? Altrimenti non c’è problema, lo ripetiamo.