Aberrazione di coscienza

July 17, 2008

Una volta scrissi un post (che ovviamente non riesco a ritrovare) in cui mi divertivo a portare alle estreme conseguenze l’abitudine ormai dilagante di invocare ad ogni pie’ sospinto l’obiezione di coscienza: era una specie di catena di Sant’Antonio, nella quale immaginavo un benzinaio che non voleva vendere il carburante al trasportatore che consegnava il pranzo alla farmacia che vendeva le pillole del giorno dopo.
Orbene, amici miei, vi sarà noto che a volte la realtà supera di gran lunga la fantasia.
Così, può accadere che a Milano un anestesista si senta in diritto di dichiararsi obiettore, rifiutandosi in tal modo di alleviare il dolore a una donna che abortisce: la quale, sia letto tra le righe, oltre ad essere una troia bella e buona è pure un’assassina, e un po’ di dolore se lo merita tutto, tanto perché le serva da lezione e la induca a comportamenti più conformi alla morale di Santa Romana Chiesa e dei suoi genuflessi sodali.
Rebus sic stantibus, ne converrete, non c’è più alcun bisogno di post fantasiosi: basta aprire il giornale e leggersi la cronaca per trovare vicende altrettanto grottesche, che hanno l’inestimabile valore aggiunto di essere persino vere.
Con l’avvertenza che in quei casi c’è davvero poco da divertirsi.

😉

Laicismo calcistico

July 1, 2008

Nerella Buggio su Cultura Cattolica:

Come avrete di certo già sentito nei giorni scorsi in Spagna la commissione Ambiente ha deciso che i grandi primati – oranghi, gorilla, scimpanzé – hanno alcuni diritti umani. Alla vita, alla libertà, al non essere maltrattati fisicamente e psicologicamente.
(…)
Dietro a tutta questa benevolenza nei confronti delle scimmie c’è ben altro, c’è il desiderio di plasmare una Spagna dove “tutto è possibile” si divorzia in modo velocissimo, si abortisce con termini più “larghi” che in altri paesi, le coppie gay si sposano, la fecondazione assistita è libera, e allora perché non calcare la mano?

Peccato che la Buggio abbia scritto l’articolo venerdì scorso: avesse aspettato un paio di giorni, avrebbe potuto attribuire al divorzio, all’aborto, al matrimonio gay e alla fecondazione assistita pure la vittoria della Spagna agli europei.
Vedi che brutti scherzi fa la fretta?

E’ quantomeno curioso che il settimanale “Famiglia Cristiana”, nel teorizzare la necessità di modificare la Legge 194, accusi “Pannella e la solita rumorosa pattuglia radicale” di sostenere che l’aborto sia una questione di coscienza, rivendicando come propria l’idea secondo cui esso debba invece rivestire rilevanza pubblica.
A quanto risulta allo scrivente (che di quella pattuglia fa rumorosamente parte) sono state proprio le battaglie radicali a far emergere il fenomeno dell’aborto clandestino, rendendo in tal modo pubblica una problematica fino a quel momento relegata non solo nella sfera del privato, ma nella vera e propria illegalità. Ed è invece il fronte clericale, di cui Famiglia Cristiana si rende autorevolmente portavoce, a insistere che l’aborto costituirebbe una “questione di coscienza” (e come tale stavolta sì, privata), sostenendo che la sua concreta applicabilità debba essere rimessa alla valutazione discrezionale del singolo medico. E’ questo ciò che avviene, tanto per fare un esempio, nel caso dell’aborto terapeutico, la cui opportunità, secondo i detrattori della 194, dovrebbe essere valutata in base alla coscienza (si ripete, privata) del ginecologo di turno, perfino in contrasto con la volontà della donna.
La sensazione è che con questo acrobatico ribaltamento delle categorie di pubblico e di privato Famiglia Cristiana stia semplicemente cercando di pescare nel torbido e confondere le acque, con l’obiettivo di fare in modo che l’aborto torni nella sfera più privata che esista: quella della clandestinità, cui la legge 194, nonostante i revisionismi che si affannano a negarlo, l’ha sottratto.
Alessandro Capriccioli, Roma

Allora, gente, cercherò di essere sintetico.
Il 22 maggio, in occasione del trentennale della legge 194, gli Studenti Coscioni per la Libertà di Ricerca organizzano tavoli di informazione sessuale nelle università e nelle scuole italiane.
Questi giovani senzadio, non senza trovarmi pienamente d’accordo con loro, mi segnalano infatti che “la diminuzione degli aborti avutasi a seguito dell’emersione dell’illegalità può proseguire soltanto grazie alla diffusione dell’uso degli anticoncezionali, tra cui la pillola del giorno dopo. Tuttavia, in un’epoca in cui i cosiddetti obiettori di coscienza negano l’erogazione di un servizio pubblico – imponendo di fatto la propria coscienza come etica di stato – procurarsi la ricetta per la contraccezione di emergenza diventa una lotta per l’esercizio di un proprio diritto“.
Io, ahimè, non vado più a scuola da un bel po’: però a questi ragazzi, che sono davvero in gamba e ce la stanno mettendo tutta, una mano cerco di darla lo stesso, diffondendo la loro iniziativa e invitando gli studenti che leggono questo blog a organizzare un tavolo di informazione nella loro università o nella loro scuola.
A questo indirizzo potrete trovare il materiale da stampare e da portare ai tavoli: la petizione per l’abolizione della ricetta della pillola del giorno dopo da far firmare, nonché i volantini informativi da distribuire; chi volesse organizzare un tavolo davvero fighetto, e quindi avesse bisogno di altri gadget (copie dell’Agenda Coscioni, bandiere, Atti del Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica, magliette dell’Associazione Luca Coscioni), potrà contattare gli Studenti Coscioni a questo indirizzo e-mail.
Che volete di più?
Datevi da fare, ragazzi, se avete una giornata libera.
Perché i tempi sono quelli che sono.

Libertà obbligatoria

May 16, 2008

Marina Corradi su Avvenire:

Perché in realtà di destra, di sinistra, di ideo­logia e anche di politica, almeno così com’è, agli italiani oggi non importa molto. Forse ci vuole qualcosa di con­creto per tornare a crederci: iniziare a dire che i figli sono un patrimonio co­mune, da riconoscere e sostenere. Da­re coraggio, a chi trova il coraggio di a­vere figli. Ricominciare, in quest’Italia stanca, dai bambini: o, almeno, dalla libertà di averne.

Sbaglio, o la libertà di avere figli implica necessariamente la libertà di non averne?
Qualcuno, per pietà, glielo spieghi.

1 + 1 = 2

May 14, 2008

Corriere del Mezzogiorno, 23 aprile 2008:

Corriere del Mezzogiorno, 13 maggio 2008:

Per gli amanti del genere, la versione ufficiale.

Gli embrioni e i feti – dice – fan le spese
di quel legiferar turpe e distorto
che avendo reso lecito l’aborto
ha aperto una ferita nel paese.

Sapete che a fatica lo sopporto,
ma oggi due parole vanno spese
per prendere di Ratzi le difese:
parla di una ferita, e non ha torto.

Peccato non aggiunga, poverino,
che la ferita fu un medicamento,
giacché quell’affilato taglierino

tagliò l’ascesso gonfio e purulento
che chiamano l’aborto clandestino.
Va meglio, Santità. Ma stia più attento.

(*) Ovvero, “Emulando il maestro“.

C’è nessuno?

May 7, 2008

Forse sono io, a non essere attento: però non mi pare che (in rigoroso ordine alfabetico, e a titolo meramente esemplificativo) Angelo Bagnasco, Tarcisio Bertone, Giuseppe Betori, Paola Binetti, Luigi Bobba, Nerella Buggio, Rocco Buttiglione, Enzo Carra, Francesco Paolo Casavola, Carlo Casini, Lorenzo Cesa, Francesco D’Agostino, Giuliano Ferrara, Roberto Formigoni, Forza Nuova, Carlo Giovanardi, Alfredo Mantovano, Militia Christi, Assuntina Morresi, Savino Pezzotta, Riccardo Pedrizzi, Joseph Ratzinger, Claudio Risé, Eugenia Roccella, Davide Rondoni, Camillo Ruini, Lucetta Scaraffia, il Trifoglio, Luca Volontè, abbiano scritto una sola riga a proposito della vicenda.
Sarà che i condannati a morte americani hanno smesso di essere embrioni da un pezzo?

Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita:

«La mentalità contraccettiva non è alternativa, ma propedeutica all’aborto».

E il bello è che non sono ancora manco le dieci.
Buongiorno.

Pronto, Ale?

March 31, 2008

«Pronto, Ale? Sono Barbara».
«Ciao, bellezza, come stai?»
«Bene, grazie, e tu?»
«Diciamo che me la cavo, dai. Che mi racconti?»
«Hai due minuti? Volevo parlarti di una cosa, magari ne tiri fuori un post».
«Spara, sono tutt’orecchi».
«Ecco, ho qua davanti il sito di Zenit…»
«Azz! Non dirmi che hai sgamato una notizia succulenta su Zenit prima di me…»
«Be’, se ancora non hai scritto niente, presumo proprio di sì».
«Si vede che sto invecchiando… Allora, che dicono stavolta?»
«Guarda, roba da restare di sasso. C’è un articolo su Pio XII che grida vendetta».
«Dimmi un po’…»
«Ma niente, ti risparmio la solita tiritera: stavolta basta il titolo».
«Cioè?»
«Cioè dicono che il buon Pacelli fu uno strenuo difensore della vita umana, in quanto si oppose all’aborto con incrollabile dedizione».
«Mmm aspetta, aspetta…»
«Ma dico io, ti rendi conto? Ma come, uno che ha benedetto i gagliardetti dei fascisti, che ha fatto finta di non vedere le deportazioni degli ebrei, un difensore della vita? Io trasecolo, guarda…»
«Barbie? Frena un attimo…»
«Come, frena?»
«Eh sì, frena: mi sa che stavolta i nostri amici hanno ragione».
«Stai scherzando, vero?»
«Per niente. L’avevo letta anch’io, ‘sta cosa, e volevo scriverci un post, ma poi, riflettendoci, ho dovuto rinunciare. Ripeto, hanno ragione loro».
«Questa adesso me la spieghi, eh?»
«Sinteticamente, che vado di corsa. Allora, supponi di metterti nell’ottica di chi ritiene che l’aborto sia un male assoluto, ok?»
«E mettiamoci nell’ottica… Vai avanti».
«Bene. Ora dimmi qual è, a tuo modo di vedere, il metodo più efficace per evitare che le donne abortiscano».
«Mah, la contraccezione, direi…»
«Bingo. E qual è il metodo contraccettivo più sicuro?»
«Be’, il preservativo e la pillola, a quanto ne so…»
«Sbagliato. Il metodo più sicuro è senz’altro la mancata fecondazione: il che equivale a dire, astenersi dal trombare».
«Ah vabbe’, se la metti così…»
«Non è che la metto così: è così».
«E quindi?»
«E quindi, a te pare che uno che viene preso e deportato in un campo di sterminio, nel quale presumibilmente creperà di stenti, oppure soffocato in una camera a gas, o alternativamente giustiziato con un colpo alla nuca dal primo scemo cha passa, abbia la minima fantasia di trombare?»
«Non direi…»
«Ecco. Sono venti milioni di trombanti in meno, vuoi mettere?»
«In effetti…»
«Ora ti saluto che ho un cliente. Bacione».
«Ciao Ale».
«Ah, Barbie?»
«Sì?»
«Ci sarebbero anche i settanta milioni schiattati in guerra, tutti maschi pieni di spermatozoi. Aggiungi pure quelli, già che ci sei…»
«Aho, se vai avanti così finisce che lo fanno santo…»
«Aspetta, e vedrai».