Prima digestio fit in ore /6
July 29, 2008
Ci siamo, mi pare: la sovranità della volontà del paziente è “pretesa” e l’obbligo del medico di rispettarla è “inedito”.
Sono incerto se rubricare la dichiarazione alla voce “Zitto, stronzo, e fatti la puntura” o “La Costituzione, questa sconosciuta”.
Fate un po’ voi.
In questa paradossale zona bioeticamente grigia, il principio ippocratico di “garanzia” è stato svuotato dall’interno e il dovere dei medici, da quello di operare per la vita, è stato riformulato in quello (del tutto inedito!) di porsi al servizio di una pretesa (peraltro nel nostro caso ben poco documentata) volontà sovrana del paziente di interruzione di ogni terapia. (Francesco D’Agostino, Avvenire)
Contorsionismo omofobico
May 22, 2008
Francesco D’Agostino, ex Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, su Avvenire di oggi:
La pretesa dei gay di ottenere per le loro convivenze un qualsiasi riconoscimento legale (fino a quello matrimoniale) non ha motivazioni sociali, ma solo psicologiche e simboliche, motivazioni che dimostrano il carattere mimetico delle unioni omosessuali (rispetto a quelle eterosessuali) e la loro strutturale fragilità (un’unione intrinsecamente forte si difende tranquillamente da sola, senza chiedere aiuto al diritto).
Allora, amico omosessuale, armiamoci di dizionario e ricapitoliamo.
Tu chiedi che ti vengano riconosciuti dei diritti, ma lo fai esclusivamente con motivazioni psicologiche (cioè, presumibilmente, per placare un disagio che ti porti dentro) e simboliche (il che equivale a dire che te ne frega poco e niente della tua unione in sé e per sé: semplicemente, miri ad ottenere una specie di marchio di qualità, per poi sbandierarlo ai quattro venti); come se non bastasse, inoltre, la tua relazione sentimentale è mimetica (ossia è riconducibile più alla situazione e all’ambiente circostanti, piuttosto che ai tuoi reali convincimenti) , strutturalmente fragile (cioè fragile per definizione, in quanto omosessuale) e incapace di difendersi senza chiedere aiuto agli altri (quanto al motivo per cui essa si debba trovare nella condizione di difendersi, tuttavia, non è dato sapere).
Questo, amico omosessuale, è quanto.
Di’ la verità: non era meglio quando si limitavano a darti del frocio?
Living in a box (reprise)
April 3, 2008
Statemi a sentire, gente, che questa è proprio bella.
Sull’Avvenire di oggi il Prof. Francesco D’Agostino, ex Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, torna ad occuparsi dei rifiuti di prescrizione della pillola del giorno dopo avvenuti a Pisa qualche giorno fa.
Ebbene, dopo un laborioso ragionamento, articolato in cinque punti che dicono tutti la stessa cosa, il nostro amico giunge a una conclusione davvero singolare: quei medici non si sono rifiutati di prescrivere la pillola del giorno dopo perché erano obiettori di coscienza, ma semplicemente perché hanno ritenuto che il farmaco non fosse necessario.
Fantastico, direte voi: si vede che ‘sti medici hanno interrogato le donne che volevano la pillola, chiedendo loro notizie sul rapporto sessuale a rischio, e hanno stabilito che si trattava di paranoie: le avranno tranquillizzate, avranno detto loro di prendersi una valeriana e le avranno rimandate a casa.
Invece, ovviamente, così non è stato: in un caso il medico ha aperto bocca semplicemente per dire di andarsi a cercare il Norlevo da un’altra parte, mentre nell’altro il rifiuto è stato addirittura affidato alla scritta vergata a mano su un improvvisato cartello.
Allora, a quanto pare, le cose stanno in modo diverso: evidentemente il Prof. D’Agostino ritiene che anche la valutazione sull’opportunità o la non opportunità di un’eventuale gravidanza, a prescindere dal parere della donna che dovrà portarla avanti, debba essere affidata al giudizio insindacabile del medico; il quale, legittimamente, potrà decidere che quella donna farà un figlio o non lo farà.
Capito, gente? Siamo alle solite.
D’altra parte, dite la verità, che vi aspettavate? Questi sono gli stessi che si stracciano le vesti per rianimare i feti abortiti, anche contro la volontà delle donne che hanno interrotto la gravidanza: le quali, di conseguenza, altro non sono che contenitori, involucri, incubatrici.
Scatole, insomma.
E dove s’è mai visto, ditemelo voi, che le scatole esprimano dei pareri?
Omofobia contingente
December 12, 2007
Francesco D’Agostino, ex Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, su Avvenire:
«Il dibattito, al quale ha dato luogo la mancata votazione da parte della senatrice Binetti di una norma in tema di omofobia, ha un rilievo che va al di là della contingenza. (…) Una cosa infatti è offendere o recare violenza agli omosessuali, ben altra cosa è ritenere che gli omosessuali siano inadatti all’adozione o che l’omosessualità sia una patologia. (…) È anche attraverso queste preziose forme di dissenso che si opera per il bene del Paese».
Capito, amico omosessuale? Mica ti stanno offendendo: semplicemente, per il bene del paese, ti fanno notare che sei un malato che travia gli infanti.
Vuoi imparare o no ad andare al di là delle contingenze, frocio che non sei altro?
Linee guida per il disegno di legge sul testamento biologico (VII)
November 16, 2007
E’ sempre umanamente e deontologicamente apprezzabile che il medico mantenga stretti rapporti con la famiglia del malato, purché non le ceda mai il potere decisionale ultimo e definitivo della sospensione dei trattamenti: è un potere che spetta solo a lui. (Francesco D’Agostino, Avvenire, 16 novembre 2007)
La scorsa puntata del nostro concorso, dedicata ad Assuntina Morresi, è stata caratterizzata da un discreto equilibrio nella fase iniziale, per poi concludersi con una vittoria piuttosto netta; alla fine si è imposta (non senza merito, debbo ammetterlo) la frase che segue:
Sperando di mettervi di nuovo in difficoltà al momento di scegliere la sua esternazione migliore, vi rivolgo il solito invito: votate, votate, votate.
E ricordate: dopo questa tappa passeremo alla scintillante finalissima.
Allora, gente, ne vedremo delle belle.
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Linee guida per il disegno di legge sul testamento biologico (V)
October 18, 2007
«Eluana è in coma persistente da anni e anni. Non è morta; è malata». (Francesco D’Agostino, Avvenire, 18 ottobre2007)