Moltiplicazione clericale

October 15, 2008

Dal messaggio della CEI in vista della Giornata per la Vita 2009:

C’è, poi, chi vorrebbe rispondere a stati permanenti di sofferenza, rea­li o asseriti, reclamando forme più o meno esplicite di eutanasia. Vo­gliamo ribadire con serenità, ma anche con chiarezza, che si tratta di risposte false: la vita umana è un bene inviolabile e indisponibi­­le, e non può mai essere legittima­to e favorito l’abbandono delle cu­re, come pure ovviamente l’acca­nimento terapeutico, quando ven­gono meno ragionevoli prospetti­ve di guarigione. La strada da per­correre è quella della ricerca, che ci spinge a moltiplicare gli sforzi per combattere e vincere le pato­logie – anche le più difficili – e a non abbandonare mai la speranza.

«Scusi, vescovo».
«Dimmi, figliolo».
«Allora, mi sembra di capire che avete aperto alla ricerca scientifica…»
«Certamente: quella è la vera strada da percorrere, l’eutanasia e l’interruzione delle cure sono risposte false!»
«Ma a me era sembrato che quando si parlava della ricerca sulle staminali embrionali…»
«Eh no, quelle no, per carità! Anche la ricerca, capirai, ha dei confini: essa è buona ma deve essere svolta entro limiti eticamente accettabili!»
«Ecco, appunto. Quanto agli sforzi per combattere le patologie…»
«Ah, be’, quanto a quelli puoi stare sicuro, figliolo, non ci risparmiamo!»
«Ma a me pareva che sul preservativo, che pure è molto efficace per combattere l’AIDS…»
«Eh, ma quello è un altro discorso, ci mancherebbe! Quella non è mica una cura, è un presidio, e per di più diabolico! L’AIDS va combattuto con una sana concezione del matrimonio, mica con mezzi che favoriscono comportamenti sessualmente disordinati!»
«Infatti. E poi, anche sul vaccino contro l’HPV…»
«Figurati! Volete vaccinare le minorenni contro un virus mortale sessualmente trasmissibile, autorizzando implicitamente le giovani a comportamenti immorali, e noi dovremmo approvare?»
«Non fa una grinza. E la diagnosi preimpianto, da cui si potrebbe vedere se uno ha una malattia genetica e quindi risparmiargli una vita di sofferenze…»
«Ah, per carità, scherzi? Si tratta di pratiche contrarie alla vita, che invece va accolta nelle condizioni in cui il buon Dio ha deciso di donarcela».
«Capisco».
«Bene, figliolo, ne sono lieto».
«…»
«…»
«Vescovo?»
«Sì, figliolo».
«A me pare che ‘sti sforzi, per carità, per moltiplicarli li moltiplicate, ma mica per combattere le patologie o favorire la ricerca. Piuttosto per fare in modo che la ricerca non progredisca, e che le malattie non possano essere guarite…»
«…»
«…»
«Ascolta, figliolo…»
«Sì?»
«Posso essere sincero?»
«Ci mancherebbe altro».
«Ricordi cosa ebbe a dire il Santo Padre qualche tempo fa?»
«Su due piedi, vescovo, mi sfugge».
«Perché non leggi, figlio mio. Orbene, il Pontefice disse: “L’uomo che soffre ci appartiene“».
«Ah, ecco. E quindi?»
«Abbi pazienza, figlio mio: tu di solito vai in giro a regalare le tue cose al primo stronzo che passa?»
«Per la verità, no».
«Ecco, allora vedi di farla finita. E smettila, una buona volta, di scassare il cazzo».

Money, get away

October 6, 2008

A tale proposito, proporrei di inserire in calce al 740, al posto del riquadro dell’8 per mille, un bel “Salve Regina”.
Chissà se il nostro amico mascherato sarebbe d’accordo

Aggiungi un posto a tavola

September 24, 2008


L’uomo che vedete nella foto si chiamava Giovanni Nuvoli, era malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica e aveva chiesto che gli venisse staccato il respiratore che lo teneva in vita.
La cosa, come qualcuno ricorderà, gli fu resa impossibile con ogni mezzo, al punto che qualcuno ebbe l’alzata di ingegno di far piantonare l’ingresso della sua abitazione dalle forze dell’ordine, allo scopo di impedire l’accesso al medico che volesse eventualmente dar corso alla sua volontà.
Così Giovanni, per rivendicare quello che era a tutti gli effetti un suo diritto, fu costretto a iniziare uno sciopero della fame e della sete; dopo poco lo sospese, vinto dalle sofferenze che il digiuno gli provocava, ma alla fine, visto il (quasi) totale silenzio con cui venne accolta la sua battaglia, fu costretto a riprenderlo.
Andò avanti ancora otto giorni, finché non morì d’inedia, nell’indifferenza (quasi) generale.
Adesso questi catechisti balbettano i loro pareri sul testamento biologico, e vengono a raccontarci che all’alimentazione e all’idratazione artificiale non si può rinunciare: come si fa, dicono, a lasciar morire un essere umano di fame e di sete?
Mi viene da ridere (per non piangere), pensando alla disinvoltura con cui questi crociati ignorarono Giovanni, lasciandolo crepare di fame e di sete, pur di precludergli l’esercizio dei suoi diritti: a quale terrificante indifferenza riuscirono ad esercitare, appena fu chiaro che l’intenzione di non mangiare e di non bere fosse il disperato tentativo di attirare l’attenzione su di sé e di affermare il proprio inviolabile (stavolta ci vuole) diritto all’ autodeterminazione.
Lo lasciarono morire, Giovanni Nuvoli: e adesso vengono a raccontarci che le loro farneticazioni sul testamento biologico sarebbero il frutto della loro solerte attenzione per la vita umana, il baluardo contro l’inarrestabile cultura della morte, l’argine contro la deriva laicista che tutto sta sommergendo.
In realtà vogliono solo impedirci di scegliere.
E Giovanni Nuvoli, morto d’inedia per affermare i suoi diritti, è ancora là a raccontarcelo.

Paso doble

September 21, 2008

Aggiunge il vescovo:

Non dobbiamo dimenticare che, a fronte di molti che per fortuna sostengono il prete, non mancano persone che direttamente o indirettamente, lo spingono a mancare.

Il che equivale a dire: so che stai soffrendo come un cane, fratello mio, in ragione di quanto è accaduto; è proprio in questi momenti, tuttavia, che bisogna vincere i propri istinti e abbandonarsi completamente all’insegnamento di Cristo, astenendosi, sia pure compiendo uno sforzo, dalla tentazione di giudicare un altro essere umano.
Ora vai in pace, e che il Signore sia con te.
Ah, una cosa: sai che tua moglie è proprio una gran troia?

Incasinata concezione

September 16, 2008

Dalla Repubblica di oggi:

Due depliant colorati che spiegano i metodi anticoncezionali “ammessi” dalla Chiesa. A riceverli sono stati i sacerdoti che partecipavano alla “Tre giorni del clero”, incontro ufficiale della diocesi bolognese. Il primo dépliant, colorato e vivace, illustra il celebre metodo Billings. L´altro, più spartano, propone il meno noto «Metodo sintotermico di Rötzer».

Nulla di nuovo, a dire il vero: si tratta dei soliti metodi anticoncezionali che Chiesa Cattolica ritiene leciti, poiché li considera dei “regolatori naturali della fertilità”.
L’occasione mi è (davvero) gradita per riassumervi qui di seguito il loro funzionamento.

Metodo Billings

Il sito Cerco un bimbo spiega che per adottare tale sistema occorre osservare attentamente il muco cervicale dell’utero, allo scopo di calcolare il momento dell’ovulazione ed evitare di avere rapporti sessuali nei giorni che gli sono prossimi:

Il muco cervicale viene prodotto dalla cervice ed è influenzato dagli estrogeni e dal progesterone. Nella fase preovulatoria, quando gli estrogeni aumentano, parallelamente allo sviluppo del follicolo viene prodotto un tipo di muco denominato “di tipo fertile”; semplificando al massimo, questo muco ha una consistenza prima gelatinosa, poi è opaco, poi sempre più limpido e filante fino ad assomigliare all’albume d’uovo.

La dissertazione sul muco è sexy di brutto (amore, stasera hai un muco che mi fa andare fuori di testa, sembra un albume d’uovo, vieni qua che te lo sbatto tutto), ben oltre il limite del fetish: quelli che si travestono uno da boia e l’altra da condannata frustandosi allegramente per tutta la notte, al confronto, sono dei perfetti coglioni.
Ma andiamo avanti e vediamo quali sono le valutazioni sulla fertilità che si possono far discendere dalla consistenza del nostro moccio vaginale:

L’ultimo giorno in cui compare la sensazione di “scivoloso” viene denominato il giorno del picco: l’ovulazione puo’ avvenire in quel giorno o nelle 36/48 ore successive. Quindi il picco puo’ essere identificato solo il giorno seguente, quando ricompare la sensazione di asciutto. A questo punto – e ogni donna imparerà a conoscere la durata della propria fase post-ovulatoria – dopo circa due settimane comparirà la mestruazione.

Gelatinoso, opaco, filante, scivoloso, asciutto: per farsi una scopata come si deve, insomma, bisogna essere capaci di analizzare il muco con perizia e raffinatezza.
Più che sadomaso, ne converrete, è roba da sommelier.

Metodo Sintotermico Rötzer

In questo caso facciamo riferimento al sito Family Live, che descrive il sistema nel modo seguente:

Il “Metodo Sintotermico”si basa sull’osservazione combinata di diversi sintomi della fertilità: il muco cervicale, la temperatura basale, la cervice uterina ed i sintomi minori. La donna attraverso l’osservazione di più segni e sintomi registrati tutti i giorni su un’apposita scheda, può individuare il tempo fertile e il tempo non fertile che si alternano nel ciclo femminile.

Se per il metodo precedente ci voleva una laurea, qua servono una decina di master: si tratta di valutare il muco, la temperatura (e quindi ci vuole un termometro: mmm sì stallone mio, infilamelo tutto, fammi morire), la cervice uterina (non sono sicuro, ma temo che per controllarla siano necessari degli attrezzi, tipo il kit del piccolo ginecologo), i sintomi minori (non oso immaginare di cosa si tratti: stella, hai la palpebra un po’ bassa, non è che stasera mi rimani incinta, eh?), e poi annotare minuziosamente il tutto su una scheda (tipo battaglia navale: A4 – acqua, C7 – colpita di striscio la coscia sinistra, B9 – mmm sì mandrillo che non sei altro, affondamela tutta): dopodiché, forse, ci si potrà concedere una cavalcata come cristo comanda, a condizione che quel vivamaria di eventi si siano miracolosamente concatenati nel modo corretto. Altrimenti rassegnarsi, guardare Porta a Porta, farsi una pippa e poi a nanna.

– o –

Come dite? Vi sembrano metodi assai poco “naturali”? Ah, ecco, secondo voi un preservativo di gomma, per quanto prodotto in serie, è un sistema tutto sommato molto meno artificioso?
Lasciatevelo dire, amici miei: non avete capito un bel niente.
Qua si parla di prelievi di muco, misurazioni della temperatura, visite ginecologiche casalinghe, compilazione di schede: vi pare che un essere umano, dopo essersi preso la briga di fare tutte queste cose, possa ancora avere una voglia, sia pure minima, di scopare?
Direi di no.
Ed in effetti, nella stragrande maggioranza dei casi, preferisce guardarsi un film, cimentarsi nel sukodu o farsi una bella partita a dama.
Più naturale di così…

Children’s crusade

September 15, 2008

Dal Corriere della Sera di oggi:

Dal sito dell’ANSA:

Mariastella Gelmini (…) l’anno scorso ha partecipato al Family Day, mescolandosi alla folla in modo discreto insieme con altri consiglieri regionali lombardi del suo partito.

La foto che segue, tratta dal sito del Forum Famiglie, è stata scattata proprio durante il Family Day 2007: probabilmente, Ministro Gelmini, in tale occasione Ella si era mescolata alla folla in modo molto “discreto”, e quindi deve esserLe sfuggito il particolare.
E’ soltanto per questo che allora non si è indignata, vero?

Conversione differenziata

September 2, 2008

In occasione della terza giornata per la salvaguardia del Creato, che si è celebrata ieri, i vescovi della CEI hanno elaborato un messaggio dal titolo “Una nuova sobrietà, per abitare la terra“, del quale riporto qui di seguito alcuni significativi stralci:

Vorremmo, però, soffermarci in questa sede su un aspetto che interessa tutti i cittadini dei Paesi più industrializzati: quello di un profondo rinnovamento delle nostre forme di consumo. Occorre, infatti, un nuovo stile di sobrietà, capace di conciliare una buona qualità della vita con la riduzione del consumo di ambiente.
(…)
Si tratta, in particolare, di ridurre quei consumi che non sono realmente necessari e di imparare a soddisfare in modo ragionevole i bisogni essenziali della vita individuale e sociale. In questa direzione, sarà possibile valorizzare in forme nuove quella tradizione di essenzialità che caratterizza tante comunità religiose, facendola diventare pratica quotidiana per tutte le realtà cristiane.
(…)
Un efficace rinnovamento delle pratiche – personali, familiari e comunitarie – non potrà realizzarsi senza una vera e propria «conversione ecologica», cioè senza uno sguardo rinnovato sulle nostre esistenze e sui beni che le caratterizzano.

L’invito, sia detto per inciso, promana da un’organizzazione guidata da un tizio che non rinuncia a andarsene in giro con una stola di ermellino neanche se glielo chiedono in cinquemila, con tanto di nomi e cognomi.
Niente male, eh?

Vulgate

July 30, 2008

La vulgata numero uno è che i radicali vogliano morti stecchiti tutti i disabili; per questo, dicono alcuni, si battono per l’eutanasia, per l’aborto, per la diagnosi prenatale: allo scopo di creare un mondo orwelliano in cui non vi sia più posto per i malati, e nel quale solo gli esemplari sani, belli e forti abbiano qualche possibilità di sopravvivenza.
L’altra vulgata è che a prodigarsi in difesa dei deboli sia un nutrito gruppo di scalmanati, capitanati da un tizio vestito di bianco, che si oppone con instancabile tenacia alla galoppante deriva eugenetica e difende a spada tratta la dignità di ogni vita, sia essa perfettamente sana o malata all’ultimo stadio.
Poi capita che uno legga un paio di giornali, e allora viene fuori che i sanguinari persecutori dei derelitti sono i soli a farsi in quattro affinché lo Stato rimborsi ai disabili le macchine che consentirebbero loro di comunicare con gli altri; e che nessuno, men che meno i sedicenti difensori della vita col crocifisso in mano, si degni di dar loro una mano.
E salta anche fuori che l’organizzazione sotto la cui egida gli zelanti paladini della dignità umana si riconoscono, comunente denominata “Chiesa Cattolica”, se ne strafotte allegramente del fatto che nella città in cui verrà esposta la Sacra Sindone (recante, com’è noto, la fotocopia al negativo del Redentore in persona, mica cazzi) un mucchio di chiese siano inaccessibili ai disabili a causa di insidiose barriere architettoniche; il tutto, si badi, nonostante il fatto che qualche lavoretto di ristrutturazione potrebbe agevolmente essere finanziato dal miliardo e passa di euro che l’organizzazione stessa incamera ogni anno quale grazioso omaggio dello Stato che la ospita.
Allora, sapete com’è, uno si ritrova a chiedersi, non senza un crescente senso di angoscia, chi siano quelli che difendono davvero i malati e i disabili, e chi siano quelli che invece se ne sbattono il cazzo della loro dignità; e magari va a finire che una breve riflessione induca a ritenere le vulgate enunciate in premessa tutto sommato corrette, se si eccettua la trascurabile circostanza che i loro protagonisti andrebbero diametralmente invertiti.
Contorti sofismi da laicista, direbbero alcuni.
Che volete, saranno le cattive letture…

Anche oggi ho poca voglia di scrivere, e come se non bastasse a studio non ho una cam degna di questo nome.
Dovrete accontentarvi della voce, ammesso (e per niente concesso) che abbiate la pazienza di arrivare fino in fondo.
Saluti.

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Mi punge vaghezza che se Eluana Englaro potesse parlare avrebbe qualcosa da ridire sul fatto che la sua faccia venga usata impunemente per una campagna contro il testamento biologico.
In altre parole: c’è qualcuno che cerca di far rispettare la sua volontà, e qualcun altro che si avvantaggia del fatto che non possa più esprimerla.
C’è bisogno di aggiungere altro?