Astensione differenziata

March 31, 2008

Marco Tarquinio su Avvenire:

Nel nostro Paese – dove alle politiche 2006, assai partecipate, poco più di un sesto de­gli aventi diritto ha rinunciato a deporre le sue schede – abbiamo potuto dimenti­care che cosa sia il dovere di correre alle urne sotto l’incalzare di un’urgenza de­mocratica. Eppure basta guardarsi intor­no – e dentro – per rendersi conto che, sta­volta persino più dell’ultima volta, tutti noi avremmo – abbiamo – serissimi mo­tivi per affollare i seggi elettorali.
(…)
Che cosa sta accadendo, dunque? Perché, a due sole settimane dall’appuntamento con un voto talmente importante, il po­tenziale dell’astensione si mantiene su li­velli così alti?
(…)
Neanche l’acceso dibattito sul destino fi­nale della ex compagnia aerea di bandie­ra pare però capace di scuotere e motiva­re quella bella fetta del corpo elettorale che non sa o non vuole “prender partito”.

Soffrire di buona memoria, di questi tempi, ha tutta l’aria di essere diventata una specie di condanna: perché può andare a finire (come in effetti, sistematicamente, va a finire) che uno impieghi una ventina di minuti buoni per recuperare un articolo di qualche anno fa, uno di quelli di cui non ricorda che un morso, un accenno, una parola, al solo scopo di rileggerlo, confermare quei ricordi sbiaditi, incazzarsi come cristo comanda e rovinarsi il resto della giornata.
Sta di fatto che l’operazione di ripescaggio, tanto per cambiare, si conclude positivamente: e che quell’articolo (quello di cui non ricordavo che un morso, un accenno, una parola) è qua davanti ai miei occhi.
Si tratta, ovviamente, di un corsivo nel quale il nostro amico editorialista di Avvenire si produceva in una sperticata difesa della posizione assunta dal Cardinal Camillo Ruini, allora Presidente della CEI, in relazione al referendum sulla fecondazione assistita: una posizione, sia detto per inciso, che si sostanziava (sic) in un generoso e generalizzato invito all’astensione.
Così, può accadere che una persona, senza colpo ferire, si renda disponibile ad esortare i cittadini a starsene a casa, invece di andare a votare su questioni che riguardano drammaticamente la salute di migliaia di persone, la ricerca scientifica, la diagnosi prenatale; e che quella stessa persona, due anni dopo, sgrani gli occhi e si stracci le vesti, lagnandosi del fatto che nemmeno la crisi dell’Alitalia (nemmeno quella, cazzo!) riesca a scuotere le coscienze intorpidite degli italiani.
Io vado a farmi venire i conati di là.
Arrivederci.