.

February 26, 2008

Mentre un gruppo di fisici svedesi dell’Università di Lund riesce nell’eccezionale impresa di filmare il movimento di un elettrone, la preparatissima Radio Vaticana sostiene che la RU486 non è un’aspirina.
Fate un po voi …

anonimo italiano

Soccorso Civile

December 20, 2007

Allora, gente, la vicenda si può riassumere come segue.
Siccome numerose leggi proibizioniste e confessionali di questo singolare paese calpestano la libertà di scelta delle persone, quei miscredenti dell’Associazione Luca Coscioni hanno pensato di invitare l’estensore di questo blog (il quale ha accettato con entusiasmo) a mettere su un portale chiamato “Soccorso Civile“, con cui ci si propone di aiutare i cittadini a non dover subire le conseguenze negative di quei divieti fornendo loro supporto, suggerimenti e informazioni su come ottenere, da subito, il rispetto dei loro diritti.
Inutile aggiungere che vi invito tutti a dargli un’occhiata, a leggere quello che c’è scritto, a lasciare i vostri commenti, le vostre esperienze e le vostre osservazioni.
Dateci una mano, insomma.
Mi punge vaghezza del fatto che ce ne sia un gran bisogno.

A voce /1: Pillole

November 23, 2007

name=”movie”/>

L’agenzia di notizie cattolica Zenit riporta un comunicato di Scienza & Vita sulla pillola RU486:

Con questo farmaco la scelta dell’aborto viene banalizzata al punto da essere ridotta ad una ‘pillola’ e svuotata delle sue implicazioni etiche e delle ricadute psicologiche.

Il comunicato è chiarissimo: secondo Scienza & Vita la pillola RU496 ha l’inconveniente di procurare l’aborto senza generare nelle donne un adeguato senso di colpa.
Il messaggio è altrettanto chiaro: costoro, non potendo impedire che le donne abortiscano, si battono fino alla morte affinché siano costrette, se non altro, a farlo con quanta più sofferenza possibile.
Il bello (o il brutto, fate voi) è che non si vergognano di dirlo.

Passepartout

November 8, 2007

Eugenia Roccella su Avvenire:

L’Italia, però, ­è un Paese anomalo. Ci sono i cattolici, c’è una parte di laici che si rifiuta di aderire alle banalizzazioni del dogmatismo scientista, c’è stata una vittoria significativa al referendum sulla legge 40.

Niente di straordinario, direte voi: si tratta semplicemente dell’ennesima ripetizione di affermazioni già lette e sentite in centinaia di occasioni.
Sta di fatto, però, che l’articolo della Roccella, nella circostanza, non ha per oggetto la fecondazione assistita, la ricerca sulle cellule staminali embrionali, la libertà di ricerca scientifica, ma la prossima registrazione in Italia del Mifepristone, meglio conosciuto come pillola RU486: rispetto alla quale, evidentemente, l’ineffabile editorialista ritiene che la vittoria degli astensionisti nel referendum sull’abrogazione della legge 40 possa essere in qualche modo significativa.
La sensazione è che il fronte clericale stia mettendo in campo una nuova strategia, consistente nell’utilizzare il risultato del referendum sulla legge 40 come un passapartout, buono per scardinare le argomentazioni degli avversari in occasione di ogni dibattito legato in qualche modo al tema della laicità: finiranno per affermare (ed in parte, a ben guardare, lo stanno già facendo) che non si possa discutere di testamento biologico, eutanasia, unioni civili, aborto, pillola del giorno dopo, ed invocheranno come insuperabile argomentazione la circostanza che i cittadini italiani abbiano preferito astenersi dal voto in quella consultazione; anche se essa, evidentemente, riguardava un argomento completamente diverso.
Chi mi conosce sa come la penso: abbiamo perduto la battaglia di quel referendum a causa dei nostri limiti, più che per i meriti dei nostri avversari e per l’evidente illegalità di alcuni strumenti che fu loro consentito di impiegare.
Acqua passata, si è detto. E che acqua passata sia.
Tuttavia, lasciare che quel risultato venga impudentemente sbandierato ad ogni pie’ sospinto, anche laddove non vi sarebbe alcun appiglio logico per invocarne il peso, significa perseverare nell’errore e protrarre quella sconfitta a tempo indeterminato.
Significa stare a guardare mentre gli altri, senza nemmeno ringraziare, prendono.
E portano a casa.

Appunti coscioniani

June 9, 2007

Stamattina sono stato colto dall’irrefrenabile impulso di fare un punto della situazione: gli appunti che ne sono scaturiti, oltre a influire negativamente sul mio umore, mi hanno viepiù convinto che questo è uno di quei momenti in cui mollare la presa significherebbe essere polverizzati.

Esortando anche voi a tenere duro, ve li giro così come sono.

UNIONI CIVILI
Il disegno di legge sui Di.Co., già clamorosamente al ribasso rispetto alle aspettative, è stato spedito ad ammuffire in Parlamento; nel frattempo, tra Family Day, insulti vari ai gay, strampalate teorie sulla riabilitazione degli omosessuali e patetiche sceneggiate vittimistiche, il fronte clericale guadagna terreno di ora in ora.

SCELTE DI FINE VITA
La relatrice del provvedimento sul testamento biologico in Commissione Sanità non si assume la responsabilità di scegliere un testo base; nel frattempo Mario Riccio, il medico che ha aiutato Piergiorgio Welby ad esercitare il proprio diritto alla sospensione della terapia cui era sottoposto, viene rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio del consenziente, e l’analoga richiesta di Giovanni Nuvoli, malato in fase avanzata di sclerosi laterale amiotrofica, viene accolta dalla cagnara dei soliti anatemi integralisti.

FECONDAZIONE ASSISTITA
Cominciano ad emergere i prevedibili risultati dell’entrata in vigore della Legge 40: si moltiplica il fenomeno dell’emigrazione riproduttiva, mentre le coppie sterili senza possibilità economiche sono costrette a rinunciare al diritto di proceare; gli embrioni soprannumerari continuano a marcire nei congelatori, nonostante gli autorevoli appelli di gran parte della comunità scientifica.

ABORTO
I Centri Aiuto alla Vita hanno piantato saldamente le radici in molti ospedali italiani, pregiudicando gravemente la corretta applicazione della 194, mentre in alcune regioni l’elevatissima percentuale di obiettori di coscienza rende praticamente impossibile interrompere una gravidanza; a Milano è ormai andato a regime il macabro rituale della sepoltura dei feti (con tanto di cimitero e modulistica da far firmare alle pazienti), a Genova l’ospedale diretto dal Presidente della CEI smette di effettuare le IVG, e i fondamentalisti si producono in grottesche acrobazie pesudo-scientifiche per impedire l’utilizzo della pillola RU486.
Quanto alla contraccezione, la possibilità di utilizzare pillola del giorno dopo, che taluni si ostinano a demonizzare spacciandola per un farmaco abortivo, sconta l’effetto dell’obiezione di coscienza da parte dei farmacisti; rimangono ferme le posizioni del Vaticano sull’utilizzo del preservativo.

VARIE ED EVENTUALI
Un gruppo di medici del Policlinico Gemelli di Roma cerca di impedire che le minorenni vengano vaccinate contro il virus HPV, trasmissibile attraverso i rapporti sessuali e responsabile del 99% dei casi di tumore al collo dell’utero, affermando che la vaccinazione indurrebbe le adolescenti a porre in essere comportamenti immorali.
L’ipotesi che il servizio sanitario pubblico rimborsi le spese per il cambio di sesso viene accolto da una salve di esternazioni omofobe e intolleranti, mentre la cultura clericale riduce il problema dell’identità sessuale a una contrapposizione tra diritto naturale e torbida licenza del singolo.

Voi che ne dite: c’è da fare, o no?

Dal sito di Luca Volontè:

«Non sapremo mai quanti sono stati i casi di aborti ‘fai da te’, cioè di donne che nel mondo, sognando una ‘scappatoia’ facile facile per una gravidanza indesiderata, sono state stroncate da uno dei mille effetti collaterali di questo farmaco spietato».

Mi consente, Onorevole Volontè, una sola domanda?
Se, come Ella afferma, l’aborto consiste nella criminale soppressione di una vita umana, perché mai continua a ripetere che l’interruzione farmacologica della gravidanza costituirebbe una “scappatoia facile facile”?
Questo, ne converrà, dovrei affermarlo io, che sono un laicista della peggior specie: sarei io (non Lei) a dover sostenere, nel semplicistico gioco dei ruoli che Ella delinea, l’idea che l’unica ragionevole remora rispetto all’ipotesi di abortire sia il timore di un invasivo intervento chirurgico.
Ella, Onorevole Volontè, dovrebbe invece argomentare le proprie posizioni muovendo da altri, ben più elevati, presupposti: giacché, com’è noto, un omicidio (tale è, a Suo parere, l’aborto) è un omicidio, indipendentemente dal fatto che venga eseguito mediante plateale smembramento o attraverso invisibile veleno.
Perché, quindi, insiste nel considerare l’assassinio silenzioso più grave di quello cruento? Forse che il suo giudizio sulla gravità morale dell’atto compiuto dipende, in qualche modo, dalla modalità della sua esecuzione?
Lasci a noi miscredenti, la prego, l’elaborazione di simili teorie demoniache: si limiti a lanciare anatemi sui nostri peccati e a ricordarci che, per causa loro, finiremo all’inferno.

Ma ci permetta, se non altro, di scegliere da soli per quale strada arrivarci.

Perifrasi clericali

April 24, 2007

Secondo Angelo Amato, Segretario della Congregazione per la dottrina della fede, l’aborto, l’eutanasia, la ricerca scientifica sugli embrioni e la pillola RU486 costituiscono espressioni di un terrorismo che «viene subdolamente propagandato dai mezzi di comunicazione, manipolando ad arte il linguaggio con espressioni che nascondono la tragica realtà dei fatti».

Amato, in buona sostanza, auspica che le cose vengano chiamate con il loro nome, per evitare che dei veri e propri atti criminali non vengano riconosciuti in quanto tali a causa delle infide circonlocuzioni utilizzate dai media per descriverli.

L’idea mi piace, e per dimostrare pubblicamente la mia adesione all’iniziativa chiarificatrice propongo di provvedere immediatamente alle seguenti sostituzioni:

  • “omofobia” al posto di “difesa della famiglia naturale”;

  • “maschilismo” al posto di “sacralizzazione del corpo femminile”;

  • “tortura” al posto di “tutela della vita fino al suo termine naturale”;

  • “genocidio”(*) al posto di “castità quale unico rimedio per sconfiggere l’AIDS”;

  • “sadomasochismo” al posto di “il cilicio è una pratica che appartiene alla cultura cristiana”.

Ha altre sostituzioni da suggerire, Arcivescovo?


(*) Originariamente il post recitava “omicidio”: l’ho corretto dopo la pertinente osservazione di Alessandro Gwis nei commenti.