Incomunicabilità

January 31, 2008

Un mio gentile (e anonimo) lettore mi fa notare quanto segue:

queste sono le solite falsità anticlericali! ma quale roba? non dovete permettervi di mancare di rispetto al papa e al cardinale ruini. gli atei non sanno fare altro che massacri, gulag, lager,aborti, preti ammazzati in spagna. basta è ora di finirla

Orbene, si dà il caso che i totalitarismi evocati dal nostro amico abbiano un minimo denominatore comune, consistente nella completa abrogazione di qualsiasi coscienza critica in nome di un non meglio precisato, ma comunque superiore, bene comune, sotto il cui paravento si è autorizzati a compiere impunemente ogni sorta di efferatezza.
E mo vaglielo a spiegare, al nostro anonimo amico, che si tratta esattamente del meccanismo in base al quale scrive quello che scrive…

Angelo Scelzo, sottosegretario del Vaticano alle comunicazioni sociali, su Repubblica:

Il Governo italiano ha ritenuto di sottolineare il suo impegno, ma è chiaro che non poteva arrivare al punto di poter assicurare una gestione di tutto l’incontro non dico pacifica ma serena. C’e una distinzione tra l’incolumità del Papa e del seguito, che certamente era salvaguardata, e la possibilità che avvenissero delle manifestazioni.

A questo punto mi auguro che la questione sia chiara a tutti:

  1. costoro si lamentano del fatto che i dissenzienti non siano stati messi a tacere, magari arrestandoli, e lo dichiarano alla stampa con disarmante candore;
  2. ciò significa, in buona sostanza, che il Papa si è rifiutato di parlare alla Sapienza perché essa insiste sul territorio di uno Stato nel quale vige la democrazia;
  3. come se non bastasse, i massimi esponenti politici di quello Stato, quasi nessuno escluso, hanno fatto a gara nel dichiararsi solidali con lui.

Per carità, nessuno faccia l’onda.

PROBLEMA

Il candidato consideri che i principali quotidiani online hanno deciso di presentare nel modo che segue il discorso preparato da Joseph Ratzinger per il suo intervento alla Sapienza:

Corriere della Sera:


La Repubblica:


La Stampa:

Il candidato consideri altresì che detto discorso, pubblicato integralmente da diversi giornali, contiene -tra gli altri- i seguenti passaggi:

Di fronte ad una ragione a-storica che cerca di autocostruirsi soltanto in una razionalità a-storica, la sapienza dell’umanità come tale – la sapienza delle grandi tradizioni religiose – è da valorizzare come realtà che non si può impunemente gettare nel cestino della storia delle idee.
(…)
Ma verità significa di più che sapere: la conoscenza della verità ha come scopo la conoscenza del bene.
(…)
Differenziandosi dalle filosofie neoplatoniche, in cui religione e filosofia erano inseparabilmente intrecciate, i Padri avevano presentato la fede cristiana come la vera filosofia, sottolineando anche che questa fede corrisponde alle esigenze della ragione in ricerca della verità.
(…)
Se però la ragione – sollecita della sua presunta purezza – diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita.
(…)
Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell’università?
Invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro.

Dica il candidato, alla luce di tali affermazioni da un lato, e del modo in cui sono state presentate dai giornali dall’altro, se sia davvero il Papa a doversi lamentare della censura.