Condivisione anonima

October 8, 2008

In una giornata infernale, nella quale ero già rassegnato a non trovare il tempo di scrivere uno straccio di post, un anonimo (eh, ‘sti anonimi, se non ci fossero bisognerebbe inventarli) mi giunge in soccorso come un principe azzurro dalla bionda chioma e dall’immacolato mantello.
Vi riporto qui di seguito il suo commento al mio post di ieri sulle dichiarazioni di Luca Volontè:

che discorsi, un refuso può capitare a tutti
la forma di volontè sarà sbagliata ma il contenuto merita una riflessione
la pillola fa male, è risaputo che ha molte controindicazzioni, e inoltre è un metodo che riguarda poco la coppia, è gestita solo da una delle due metà
i metodi naturali sono parte di una gestione a due della vita di coppia e sono da preferirsi perchè sono espressione di amore e condivisione

Andiamo per ordine.
Innanzitutto, dice il nostro amico, un refuso può capitare a tutti. Ed infatti, allo scopo di esemplificare brillantemente l’affermazione appena partorita, poche righe più in là spara subito un bel “controindicazzioni” con due zeta: tanto per dimostrare che il buon esempio, a voler impiegare una manciata di buona volontà, si può dare in qualsiasi circostanza.
Ma non divaghiamo, ché c’è pure da rilevare qualcosina sul merito.
La pillola anticoncezionale, sostiene il nostro ospite, è una pratica che viene gestita soltanto dalla donna, e quindi non reca alcuna condivisione all’interno della coppia. Invece, aggiungo io, annotare diligentemente le date delle mestruazioni, esaminare colore e consistenza del muco vaginale, infilarsi un termometro su per la fica allo scopo di misurarne la temperatura (i cosiddetti metodi naturali, badate, consistono in queste edificanti operazioni, come ho avuto modo di spiegare qua) sono operazioni che si conducono in due? In caso affermativo, ne converrete, saremmo di fronte a casi di notevole perversione, dinanzi ai quali altre forme di più ordinaria collaborazione (da me, lo confesso, prestata più di una volta) consistenti nel buttare là un distratto “a proposito, stasera l’hai presa, la pillola?”, verrebbero ridotte al rango di graziose orazioni, da recitarsi sottovoce prima che il sonno intervenga a chiudere la giornata.
Detto questo, gente, arriviamo al punto.
I cosiddetti metodi naturali, afferma il nostro amico, sono espressione di condivisione e di amore. Per esclusione, quindi, si deve giungere alla conclusione che quelli artificiali non lo siano: il che equivale a dire che ogni qual volta vi siete infilati un preservativo (o avete aiutato il vostro partner a farlo), che avete mandato giù la pillola (o l’avete amorevolmente portata sul comodino della vostra compagna prima di addormentarvi), che vi siete fatti insieme il giro d’Italia, magari di notte, per farvi prescrivere una scatola di Norlevo dribblando schiere di medici integralisti disposti a tutto pur di appiopparvi una bella gravidanza indesiderata, non stavate condividendo un bel cazzo di niente.
E soprattutto, dice il nostro ospite, non vi amavate.
Come sarebbe a dire, chi l’ha stabilito?
Lo dicono, tutti i giorni, il nostro amico anonimo ed i suoi crociati sodali: gente che se la gode ad prelevare il muco con le dita per poi annusarlo con cupidigia, e a infilare termometri lunghi una spanna, con tanto di tacche in rilievo, in ogni buco disponibile.
Date retta, amici miei, fidatevi.
Questa è gente che la sa lunga…

Tre meno meno

October 6, 2008

Dal sito di Luca Volontè:

I metodi naturali sono molto più sicuri di ogni altro metodo chimico.
Gli ginecologi della Sigo ne sono ampiamente a conoscenza.

Ok, ragazzi, facciamo una cosa.
Per cominciare ci dividiamo in due squadre: una setaccia tutte le pubblicazioni scientifiche, per trovare un medico secondo il quale il metodo Ogino-Knauss sia più sicuro del preservativo; l’altra, invece, scartabella tutte le grammatiche italiane pubblicate nel dopoguerra, per cercare un caso in cui davanti alla parola “ginecologi” si possa usare l’articolo “gli”.
Dopodiché ci riuniamo, magari davanti a una birra, e leggiamo riga per riga la Costituzione.
Tanto per verificare se da qualche parte non dica che, dovendo leggere una stronzata, si abbia almeno il diritto che sia scritta in italiano.

Allora, gente, cercherò di essere sintetico.
Il 22 maggio, in occasione del trentennale della legge 194, gli Studenti Coscioni per la Libertà di Ricerca organizzano tavoli di informazione sessuale nelle università e nelle scuole italiane.
Questi giovani senzadio, non senza trovarmi pienamente d’accordo con loro, mi segnalano infatti che “la diminuzione degli aborti avutasi a seguito dell’emersione dell’illegalità può proseguire soltanto grazie alla diffusione dell’uso degli anticoncezionali, tra cui la pillola del giorno dopo. Tuttavia, in un’epoca in cui i cosiddetti obiettori di coscienza negano l’erogazione di un servizio pubblico – imponendo di fatto la propria coscienza come etica di stato – procurarsi la ricetta per la contraccezione di emergenza diventa una lotta per l’esercizio di un proprio diritto“.
Io, ahimè, non vado più a scuola da un bel po’: però a questi ragazzi, che sono davvero in gamba e ce la stanno mettendo tutta, una mano cerco di darla lo stesso, diffondendo la loro iniziativa e invitando gli studenti che leggono questo blog a organizzare un tavolo di informazione nella loro università o nella loro scuola.
A questo indirizzo potrete trovare il materiale da stampare e da portare ai tavoli: la petizione per l’abolizione della ricetta della pillola del giorno dopo da far firmare, nonché i volantini informativi da distribuire; chi volesse organizzare un tavolo davvero fighetto, e quindi avesse bisogno di altri gadget (copie dell’Agenda Coscioni, bandiere, Atti del Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica, magliette dell’Associazione Luca Coscioni), potrà contattare gli Studenti Coscioni a questo indirizzo e-mail.
Che volete di più?
Datevi da fare, ragazzi, se avete una giornata libera.
Perché i tempi sono quelli che sono.

Statemi a sentire, gente, che questa è proprio bella.
Sull’Avvenire di oggi il Prof. Francesco D’Agostino, ex Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, torna ad occuparsi dei rifiuti di prescrizione della pillola del giorno dopo avvenuti a Pisa qualche giorno fa.
Ebbene, dopo un laborioso ragionamento, articolato in cinque punti che dicono tutti la stessa cosa, il nostro amico giunge a una conclusione davvero singolare: quei medici non si sono rifiutati di prescrivere la pillola del giorno dopo perché erano obiettori di coscienza, ma semplicemente perché hanno ritenuto che il farmaco non fosse necessario.
Fantastico, direte voi: si vede che ‘sti medici hanno interrogato le donne che volevano la pillola, chiedendo loro notizie sul rapporto sessuale a rischio, e hanno stabilito che si trattava di paranoie: le avranno tranquillizzate, avranno detto loro di prendersi una valeriana e le avranno rimandate a casa.
Invece, ovviamente, così non è stato: in un caso il medico ha aperto bocca semplicemente per dire di andarsi a cercare il Norlevo da un’altra parte, mentre nell’altro il rifiuto è stato addirittura affidato alla scritta vergata a mano su un improvvisato cartello.
Allora, a quanto pare, le cose stanno in modo diverso: evidentemente il Prof. D’Agostino ritiene che anche la valutazione sull’opportunità o la non opportunità di un’eventuale gravidanza, a prescindere dal parere della donna che dovrà portarla avanti, debba essere affidata al giudizio insindacabile del medico; il quale, legittimamente, potrà decidere che quella donna farà un figlio o non lo farà.
Capito, gente? Siamo alle solite.
D’altra parte, dite la verità, che vi aspettavate? Questi sono gli stessi che si stracciano le vesti per rianimare i feti abortiti, anche contro la volontà delle donne che hanno interrotto la gravidanza: le quali, di conseguenza, altro non sono che contenitori, involucri, incubatrici.
Scatole, insomma.
E dove s’è mai visto, ditemelo voi, che le scatole esprimano dei pareri?

Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita:

«La mentalità contraccettiva non è alternativa, ma propedeutica all’aborto».

E il bello è che non sono ancora manco le dieci.
Buongiorno.

Problemino contraccettivo

September 24, 2007

Sapendo che:

  1. la Chiesa Cattolica proibisce l’uso del preservativo per evitare la diffusione dell’AIDS
  2. la Chiesa Cattolica proibisce l’uso del preservativo quale mezzo di contraccezione;
  3. in entrambi i casi, il rimedio alternativo indicato dalla Chiesa Cattolica è la castità;
  4. alcune rilevazioni statistiche effettuate sulle giovani donne rivelano che il divieto di utilizzare il preservativo viene effettivamente rispettato in una buona metà dei casi, mentre l’invito alla castità è sistematicamente disatteso,

dica il candidato come sia possibile, per la Chiesa Cattolica, continuare a sostenere le proprie posizioni senza sentirsi gravemente responsabile della diffusione del virus HIV e dell’insorgenza di gravidanze indesiderate.
La risposta è in coda al quesito, ovviamente capovolta.

Le domande misteriose

June 28, 2007

Grazie alla preziosa segnalazione di un amico, mi imbatto nel sito internet “50 Domande sulla Vita e sull’Amore“: vi chiedo scusa, ma la tentazione di proporvene alcuni stralci e di commentarli brevemente, come al solito, è irresistibile.

Contraccezione
Se non vi sentite pronti ad accogliere subito un bambino o se decidete, con una prudenza comunque aperta alla vita, di dover aspettare un po’ di tempo, sceglierete di unirvi nei periodi non fertili. E durante i periodi fertili potrete esprimere il vostro amore reciproco in altri modi, senza arrivare all’unione sessuale.

Amore, stasera mi fai impazzire: che ne dici, ce la facciamo una partita a Monopoli?

Evoluzione delle specie
Alcuni sostengono che la parentela dell’uomo con il regno animale rappresenterebbe un’obiezione al fatto che Dio l’abbia creato. Altri temono quest’affermazione. Si potrebbe rispondere che la Bibbia – nel suo primo libro, la Genesi – propone una tesi evoluzionista ancora più radicale rispetto a quella che fa discendere l’uomo dalla scimmia, poiché lo fa discendere dalla terra.

Oddio, adesso mi sfugge: la terra è mammifera o ovipara?

Aborto
Questo atto può restare impresso nell’intimo di una persona ancora più profondamente che nella sua memoria cosciente, e provocare disturbi gravi: senso di colpa di cui non ci si riesce a sbarazzare, aggressività contro il marito, il compagno o gli uomini in generale,angoscia nella vita sessuale che, da quel momento, può essere vissuta come «pericolosa», timore di non poter mai più essere una «buona madre» dopo aver «fatto quello», e così via.

Mi raccomando, voialtri non mancate di ricordarglielo ogni volta che potete, eh?

Fecondazione assistita
È veramente un diritto per le coppie avere un figlio? Un figlio non è un «oggetto» necessario alla realizzazione di una coppia; ha bisogno di essere il frutto dell’amore prima che di un successo tecnico. Un figlio è un dono, segno del dono reciproco degli sposi nell’atto che coinvolge indissociabilmente i loro corpi e i loto cuori. Un figlio non «si fa».

In altri termini: fare figli senza trombare è peccato esattamente come trombare senza fare figli. Com’era? Cambiando l’ordine dei fattori…

Masturbazione
Ogni volta che uso il mio corpo in un modo che non corrisponde alla finalità per la quale è stato creato, compio qualcosa di negativo sia per la mia psicologia che per la mia affettività. Tale atto, infatti, anche se procura un piacere immediato, rende tristi perché chiude in se stessi ed isola dagli altri.

Su questo non si può non essere d’accordo: la masturbazione in compagnia, in effetti, è molto più divertente.

AIDS
La distribuzione sempre più diffusa di preservativi tra i giovani non è, purtroppo, un mezzo efficace contro la diffusione dell’AIDS: gli studi mostrano che, quando gli incontri sessuali si moltiplicano, ci si stanca del preservativo. Al contrario, lo sviluppo di un comportamento responsabile, di un’etica dell’amore, sono il miglior baluardo contro la diffusione della malattia.

Ineccepibile: giacché persuadere i giovani a usare il preservativo è difficile, convinciamoli direttamente a non trombare, e il gioco è fatto.

Eutanasia
Chi può sapere cosa accade in una persona sofferente, nel mistero del suo cuore? Chi può dire che quell’essere non deve più vivere?

Oscar Wilde ebbe a scrivere: “L’egoismo non consiste nel vivere secondo i propri desideri, ma nel pretendere che gli altri vivano nel modo che noi vogliamo“. Fate il piacere: lasciate che ciascuno, sofferente o no, faccia i conti col proprio mistero come meglio crede: chissà, magari vi avanzerà tempo per occuparvi più efficacemente dei vostri.

Fascismo contraccettivo

April 7, 2007

«Il fascismo non è definito dal numero delle sue vittime, ma dal modo con cui le uccide». (Jean-Paul Sartre)

«Masturbatevi per evitare gravidanze indesiderate». (Jean-Marie Le Pen)