1986
September 23, 2007
Sledgehammer è completamente diverso, completamente inno, completamente Gabriel, completo nel ritmo di una percussione sintetica che fa muovere, ondeggiando inconsciamente. Lentamente, apre, trascina, cresce, coinvolge ed esplode. Caldo, come il soul che va ben oltre i suoi adorati Procol Harum aumenta la temperatura e diventa incandescente, ma tiene contemporaneamente il disacco, il desiderio l’attesa con il suono elettronico scandito, e la sua voce metallica e dolce . C’è sempre un colpo in più, sempre una inevitabile potente nota aggiuntiva dello sledgehammer, c’è della world music, dietro l’apparenza di un semplice pop . Altamente eccitante.
Riff. Arpeggi, tre accordi, sviluppato e orecchiabile l’inizio di Battery, la chitarra la riconosci, subito. Poi, parte la potenza del massacro metal, il sovrapporsi eccitato di strumenti che fanno a gara tra loro, la voce di Hetfield che corre e incalza, il coro che mette i punti, la chitarra che chiosa. Poi, batteria, in controtempo perenne, furia e trauma. Assolo di chitarra, non basta. Distorta, riprende l’intro, perenne instancabile, è un omaggio ai fan. La ricorda tantissimo. “Fight fire with fire”!