C’è nessuno?

May 7, 2008

Forse sono io, a non essere attento: però non mi pare che (in rigoroso ordine alfabetico, e a titolo meramente esemplificativo) Angelo Bagnasco, Tarcisio Bertone, Giuseppe Betori, Paola Binetti, Luigi Bobba, Nerella Buggio, Rocco Buttiglione, Enzo Carra, Francesco Paolo Casavola, Carlo Casini, Lorenzo Cesa, Francesco D’Agostino, Giuliano Ferrara, Roberto Formigoni, Forza Nuova, Carlo Giovanardi, Alfredo Mantovano, Militia Christi, Assuntina Morresi, Savino Pezzotta, Riccardo Pedrizzi, Joseph Ratzinger, Claudio Risé, Eugenia Roccella, Davide Rondoni, Camillo Ruini, Lucetta Scaraffia, il Trifoglio, Luca Volontè, abbiano scritto una sola riga a proposito della vicenda.
Sarà che i condannati a morte americani hanno smesso di essere embrioni da un pezzo?

Dignità capitale

April 17, 2008

In linea di massima la cosa funziona così.
Si mettono nella stessa siringa un barbiturico tipo pentothal (per rendere il soggetto incosciente), una bella cucchiaiata di curaro (per paralizzargli tutti i muscoli e impedirgli di respirare), e secondo certe ricette anche una punta di cloruro di potassio (per provocargli l’arresto cardiaco).
Ora, voi mi insegnate che la medicina non è una scienza esatta: per cui può succedere che i vari farmaci non siano ben dosati e si ammalloppino in modo tutt’altro che simpatico nelle vene del condannato, il quale si trova a dover sopportare inenarrabili dolori; oppure, peggio, può capitare che il barbiturico non produca i suoi effetti per tempo, facendo sì che il malcapitato rimanga cosciente mentre il diaframma gli si paralizza, il soffocamento sopraggiunge e il cuore si blocca.
L’ultimo in ordine di tempo (era il 2006) si chiamava Raymond Landry, e a morire ci mise una quarantina di minuti buoni.
Cose che succedono.
Orbene, sta di fatto che ieri, proprio mentre la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America decretava che questa pratica non costituisce un trattamento crudele e inumano, dichiarandola quindi conforme alla Costituzione, il Presidente dei medesimi Stati Uniti e il nostro amico vestito di bianco si intrattenevavo amabilmente, confermando il comune impegno per il rispetto della dignità della persona umana e per la difesa della vita.
Il tutto, si badi, nella stessa città.
Quando si dicono le coincidenze, eh?

Correggetemi se sbaglio, ma mi pare che abbiano dimenticato la parola “Radicali”.
Niente di nuovo, insomma.

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(Fabrizio De André, Recitativo, Tutti morimmo a stento, 1968)

Per essere esatti

November 16, 2007

Dal Corriere.it:

NEW YORK – Voto storico all’Onu: con 99 voti a favore, 52 contrari e 33 astensioni la terza comissione delle Nazioni Unite ha approvato la Risoluzione sulla moratoria della pena di morte fortemente voluta dall’Italia(1). La risoluzione L29 era stata presentata da Nuova Zelanda e Brasile, era stata depositata presso la Terza Commissione il 1 novembre scorso e ieri erano iniziate le procedure di voto con l’esame degli emendamenti. Il testo – che passerá ora all’assemblea generale, dove dovrebbe essere votata entro la metá di dicembre – ha ottenuto due voti in più della maggioranza richiesta dei 97 necessari per ottenere la maggioranza assoluta. L’Italia(2) conduceva(3) la battaglia per la moratoria sulla pena di morte da 13 anni e i tre precedenti tentativi, nel 1994, nel 1999 e nel 2003, erano falliti(4).

(1) = dai Radicali
(2) = i Radicali
(3) = conducono
(4) = stati vanificati dall’inerzia dei governi italiani

Got a taste of evidence

October 3, 2007

Ovvero, i lusinghieri risultati della pena capitale.

Esecuzione terminale

June 26, 2007

Dalle news del Corriere:

Oggi in Oklahoma verra’ giustiziato un malato di cancro in fase terminale. La Corte suprema ha respinto anche l’ultimo appello dell’uomo, che la malattia uccidera’ comunque nel giro di pochi mesi. Il 49enne Jimmy Dale Bland e’ stato condannato a morte per due omicidi, il primo nel 1975 e il secondo nel 1996. Per il primo omicidio ha scontato gia’ 20 anni di carcere.

Non sia mai detto, che qualcuno vi tolga il gusto di farli secchi con le vostre manacce, eh?

Lapidazione selettiva

June 19, 2007

Massimo Introvigne sul Giornale:

Chi ha letto i quotidiani in questi giorni sarà rimasto colpito dal contrasto fra il Gay pride di Roma e la stretta decisa dagli ayatollah iraniani in materia sessuale. Il Consiglio dei Guardiani – una sorte di Corte costituzionale – ha chiesto che sia applicata la legge che per gli omosessuali prevede la fustigazione, il carcere e, in caso di recidiva, la condanna a morte.
(…)
In una trasmissione radiofonica qualcuno, disturbato dalle immagini del Gay pride, mi ha suggerito che forse in Iran non hanno tutti i torti: «ha da venì l’ayatollah» insomma, versione aggiornata, ma non meno ingenua, dell’antico «ha da venì Baffone».

Bella gente, penso, mentre mi domando, non senza qualche brivido di terrore, dove si voglia andare a parare.

Non è così: e non solo perché la nostra morale cattolica distingue fra peccato e peccatore, rifiuta l’istituzionalizzazione del legame gay, ma rispetta la persona dell’omosessuale.

Suvvia, Introvigne, diciamola tutta: la realtà è che la morale cattolica bolla come peccato l’omosessualità, e quindi non rispetta affatto la persona dell’omosessuale; per fortuna uno straccio di idea di stato laico, nonostante lo stillicidio quotidiano posto in essere dagli integralisti come Lei, è sopravvissuto, e qualcuno ricorda ancora, sia pure in modo confuso, che esiste una certa distinzione tra peccato e reato.

Ma perché le posizioni iraniane vanno considerate nel loro contesto, dove la tutela della moralità lascia parecchio a desiderare. Gli ayatollah, anzitutto, rimangono affezionati alla pratica sciita del «matrimonio temporaneo». (…) Ma c’è di peggio. Il Consiglio dei Guardiani continua a respingere qualunque proposta di rivedere le leggi che autorizzano il matrimonio per le bambine a partire dall’età di nove anni. (…) Se è certo legittimo criticare i peccati dell’Occidente, chi pensa che in paesi come l’Iran la morale sia meglio tutelata dovrebbe cominciare a chiedersi di quale morale esattamente si tratti.

Ah, ecco, ora ci siamo. Il punto non è che tutelare la morale religiosa a colpi di pietra sia discutibile di per sé: si tratta semplicemente di verificare di quale morale si tratti. Se la morale fosse quella “giusta”, quindi, ben vengano gli arresti a tappeto, le lapidazioni, le condanne a morte.
Dalle nostre parti possiamo offrire omosessualità, aborto, rapporti sessuali prima del matrimonio, pillola anticoncezionale, fecondazione assistita, eutanasia, unioni civili: che ne dice, Introvigne, ce la facciamo a mettere su un Codice Penale più ganzo di quello iraniano?
I suoi simpatici ospiti radiofonici, ne sono certo, non aspettano altro.

Premonizione capitale

April 27, 2007

Di tanto in tanto succede che, colto da un irresistibile presentimento, mi rechi dal giornalaio per acquistare il Foglio, con l’ineffabile certezza che ci troverò dentro qualche memorabile cazzata.
Stamattina l’intuizione è più forte del solito, al punto da indurmi, nell’impossibilità di reperire nelle vicinanza un bancomat funzionante, a rinunciare al cornetto d’ordinanza e spendere in edicola l’unico euro che mi rimane in tasca.
La mia premonizione, manco a farlo apposta, trova una sorprendente conferma nella posta del direttore, in cui Giuliano Ferrara risponde così ad una lettera del portavoce italiano di Amnesty International Riccardo Noury:

«Apprezzo questo scoppio di realismo, da abolizionista molto tiepido, e le ricambio i cordiali saluti. Quanto al merito, siccome il veterotestamentario occhio per occhio non è acqua fresca, ed è in qualche senso la fondazione del diritto eguale, e conta almeno quanto Beccaria, esito a considerare una soluzione umanitaria che apprezzo addirittura un principio universale da imporre uniformemente a tutti».

Quando si dice un euro ben speso…

Qualcuno, se ne ha voglia, mi usi la cortesia di trovare una valida alternativa all’adagio secondo il quale chi predica bene tende a razzolare male.

«Soprattutto desidero manifestare la mia spirituale vicinanza e il mio affetto ai nostri fratelli e sorelle ammalati, con un particolare ricordo per coloro che sono colpiti da mali più gravi e dolorosi». (Joseph Ratzinger, 11 febbraio 2007)

«La Santa Sede non firmerà la “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” a causa della presenza nel testo di “inaccettabili riferimenti alla salute riproduttiva”». (Avvenire, 2 febbraio 2007)

«Il Vaticano si pronuncia contro la pena di morte richiesta per Saddam Hussein dal pubblico mistero al processo in corso a Bagdad contro l’ex-raìs. La Santa Sede ha lanciato un appello per difendere il principio dell’inviolabilità della vita umana». (Corriere della Sera, 21 giugno 2006)

«I manifestanti speravano che il Pontefice, nel messaggio pasquale “Urbi et Orbi”, facesse un riferimento alla loro battaglia, ma da Benedetto XVI non è arrivata neppure una parola». (La Stampa, 10 aprile 2006)

«Preoccupa l’antisemitismo: addolorati e preoccupati per le rinnovate manifestazioni di violenza». (Joseph Ratzinger, 17 gennaio 2007)

«Il nunzio apostolico a Gerusalemme non parteciperà al “Giorno della Rimembranza” in segno di protesta su un giudizio su Pio XII» (Corriere della Sera, 12 aprile 2007)

Barbarie federale

April 12, 2007

Uccidere è proibito, quindi tutti gli assassini vengono puniti, a meno che non si uccida su larga scala e al suono delle trombe. (Voltaire)

«Mentre lo legavano alla brandina sulla quale avrebbe ricevuto in vena il veleno, Clark sembrava non rendersi conto di che cosa stesse succedendo. Un funzionario gli ha infatti chiesto se volesse rilasciare una dichiarazione, ma lui è parso sorpreso, persino imbarazzato: “Beh”, ha balbettato, “non so che cosa dire, non lo so proprio”. Non ha nemmeno chiesto il tradizionale ultimo pasto del condannato. Ai testimoni che si trovavano al di là del vetro divisorio, tra i quali il suo patrigno, ha detto: “Non sapevo che ci fosse qualcuno”, e poi “Heilà!, salve, come va?”. Poi ha cercato di mormorare ancora qualcosa, ma ormai il veleno stava facendo effetto: sono occorsi sette minuti perché morisse». (da Repubblica.it)